Viaggio della memoria

Quando suo padre nel 1945 lo ritirò dal liceo, gli segnò il destino. Da contadino presto la zappa piegò la sua schiena, le sue ossa si rimpicciolirono, il suo sorriso vinto dalla fatica si spense per sempre.

Di mattino il sole appena spuntato,

è là a scalzare l'arida zolla.

Non cede al vento ostinato che lo scuote

saldo come radicato al suolo,

ruota la falce e rosso di calura

si stira per non morire piegato.

Una nera pagnotta per pasto,

amaro boccone trangugiato all'ombra

tremula d'un ulivo smagrito

o al riparo del trullo romito.

Al padrone toccheranno le primizie,

metà del grano e i poponelli più dolci.

Quando il cielo si fa viola e declina i giorno

sulla schiena un pesante fastello

senza sorriso, fiaccato e ricurvo, rincasa

il forese. 'Zitti, zitti, arriva lu tata°)!'

e anche l'ultimo nato, scordata la poppa,

occheggia stupito ché allora

nell'umile corte*) solo il silenzio

più intenso lenisce la piaga del cuore.

Uccio Greco

 

 

 

°) così si indicava il genitore nella quasi totalità delle famiglie contadine

*) piccolo cortile sul quale si affacciavano gli ingressi di più nuclei familiari

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