IL PRIMO VOLO NEI CIELI DI MILANO

Paolo Andreani e i Fratelli Gerli

Era trascorso un anno dai primi voli dei Fratelli Montgolfier quando, il 19 gennaio 1783, il conte Paolo Andreani assistette all'ascensione di un pallone di circa 2 metri di diametro in corso di Porta Orientale (Porta Venezia). Per questo ventenne irrequieto fu una rivelazione: contattò i costruttori, i fratelli Agostino, Giuseppe e Carlo Giuseppe Gerli perché si mettessero subito all'opera su un altro pallone. Il contratto prevedeva che le spese fossero a carico dell’Andreani ma in caso di insuccesso i tre fratelli avrebbero rifuso la metà. In soli 24 giorni la mongolfiera venne costruita: una sfera dal diametro di 33 braccia milanesi (23 metri) fabbricata con tela rovana proveniente dalla Germania e fodera interna di carta. Per alimentarla vennero impiegati legno di betulla e un intruglio combustibile, ideato da Giuseppe, a base di spirito di vino e trementina (una resina vegetale oleosa). Sotto il globo si trovava una cesta di vimini e cuoio legata ad esso con 38 corde. Dopo alcune prove, non tutte dall'esito positivo, il 25 febbraio 1784 presso la villa del Conte a Moncucco, la mongolfiera, con a bordo lAndreani, Agostino e Carlo Giuseppe Gerli, (Giuseppe rimase a terra per controllare il tutto), si innalzò a una quota di 350 metri. I quattro milanesi, elettrizzati dal successo dell’impresa, decisero di ripeterla in città davanti a un folto pubblico ma qui giunsero i problemi.
Andreani, dato che l’Imperatore d’Austria Giuseppe II si trovava a Milano, decise di invitarlo; tuttavia, il sovrano, non desideroso di assistere al suicidio di un proprio suddito, incaricò il suo plenipotenziario, tale conte Wilzeck, di costringere i fratelli Gerli a non collaborare ulteriormente con lo scapestrato giovanotto.
Rimasto solo ma per nulla scoraggiato Paolo tornò a Moncucco. Effettuò alcune modifiche alla mongolfiera, convinse due contadini di Brugherio ad accompagnarlo nell'ascensione, (poco prima li fece sbronzare ben bene per smorzar loro il terrore) e il 13 marzo si innalzarono tutti a un’altezza di 1500 metri, atterrando dopo 25 minuti nei pressi di Carugate.Ecco cosa scrisse un anonimo milanese: “Canto l’Insubre Eroe, che per primo spinse per l’Italico Ciel volante antenna. E tal diè prova di valor, che vinse i generosi Volator di Senna”.
Nonostante l’enorme successo e un invito a Parigi, il nostro giovane Conte si dedicò da allora all'esplorazione, in modo particolare del continente americano, dove incontrò e studiò i nativi, lasciandoci un’ampia e preziosa documentazione. Non potendo più tornare in patria a causa dei numerosi creditori e sospettato dagli Austriaci per le sue simpatie repubblicane, morì a Nizza a 60 anni, malato e senza un soldo. I fratelli Gerli, dal canto loro, continuarono con le loro invenzioni tra le quali uno scafandro, ispirato ai disegni di Leonardo da Vinci, per poter camminare sott'acqua.
Andreani e i Gerli diedero il via a una nuova epoca. I lanci di mongolfiere si moltiplicarono da allora in tutta Italia ma i costi elevati, i frequenti incidenti e, soprattutto, l’allergia degli austriaci a tutto ciò che proveniva dalla Francia, fecero sì che nel 1784 a Milano tali esibizione venissero proibite. Ma ormai era troppo tardi; l’arcaico desiderio dell’uomo di conquistare i cieli non poteva essere più soppresso.


Riccardo Rossetti

 

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