LA BASILICATA E I SUOI SCRITTORI
- 20 ottobre 2019 Cultura
Una regione che sta risorgendo trainata da Matera e dalla bellezza del suo territorio.
Dal nostro inviato Antonio Mecca
La Basilicata è, fra le regioni del nostro Sud, forse quella più misconosciuta. Poco abitata: 570.000 abitanti per 10.073 km quadrati, priva della bellezza sfacciata caratterizzante le regioni confinanti, è fornita però di un misticismo che la sua vasta campagna e i suoi bei paesi garantiscono con i suoi silenzi dove il lontano passato sembra ancora riecheggiare e con gli intensi profumi della sua terra che stordiscono.
Ricca di oro bianco: l'acqua, e anche di oro nero: il petrolio, questa risorsa che per i suoi abitanti sembra essere più un male che un bene, sia perché la mano d'opera impiegata non è preponderante sia soprattutto perché danneggerebbe con le sue infiltrazioni le falde acquifere. Insomma il nero del petrolio mescolandosi col bianco dell'acqua produrrebbe il grigio dell'esistenza degli abitanti della regione, destinati a un futuro senza più futuro, a vivere cioè poco e male. Ecco quindi che il nostro Sud va gradualmente trasformandosi e sformandosi in un immondezzaio che oltre i rifiuti della malavita i cui adepti altro non sono, mortifica la qualità della vita.
Fra gli scrittori che la Basilicata annovera ricordiamo Carlo
Alianello, Rocco Scotellaro, Giustino Fortunato, Francesco Saverio
Nitti. Ultima ma non per questo meno importante, la recente autrice
Mariolina Venezia, che esordisce nel 2007 con il romanzo "Mille anni che
sto qui", saga familiare la quale ha inizio nella seconda metà
dell'Ottocento all'indomani della costituzione del Regno d'Italia, e ha
termine dopo oltre cent'anni, nel 1989, alla caduta del muro di Berlino,
i cui calcinacci ancora provocano per via del denso polverone prodotto
ottenebramento nelle facoltà mentali di molte persone, convinte da
sempre che quella dittatura: soltanto perché rossa, soltanto perché a
parole difendeva il popolo lavoratore, fosse da stimare. Con questo suo
primo romanzo ambientato nel paese di Grottole in provincia di Matera -
la città più bella che la regione possiede e dove la scrittrice è nata -
Mariolina Venezia ha ottenuto il prestigioso premio Campiello, uno dei
massimi premi letterari ambiti da editori e scrittori. Due anni dopo,
nel 2009, ecco apparire il secondo romanzo: "Come piante tra i sassi",
anche il primo dei finora quattro che vedono come protagonista
Immacolata Imma Tataranni, sostituto procuratore della procura di
Matera, città nella quale si svolgono le storie che la vedono indagare
spesso in prima persona.
È del 2013 il secondo romanzo della serie:
"Maltempo", il quale parla della corruzione morale che aleggia intorno a
personaggi di alto rango ai quali è sufficiente sostituire una sola
consonante con un'altra ed eccoli diventare di basso fango, interessati
solo alla propria ambizione che li vede scalare colline e soprattutto
colli tra i quali quello dove risiede il Parlamento. Nel 2008 esce
"Rione Serra Venerdì", e quest'anno "Via del riscatto"; i primi tre
confluiscono nella fortunata serie televisiva in onda la domenica sera
su Rai Uno che consta di sei episodi tre dei quali scritti appositamente
per la fiction e sceneggiati oltre che dalla sua autrice (in passato
già sceneggiatrice di alcuni episodi de "La Squadra" e "Don Matteo")
anche da altri quattro suoi colleghi. Mariolina Venezia dopo alcuni anni
trascorsi a Parigi si è stabilita a Roma, (Caput Mundi?) nell'ormai lontano passato e ora (Capùt Mundi)
per via del degrado che nelle sue vie presentano sempre più buche, dei
rifiuti mai raccolti, dei cinghiali che vi spadroneggiano. Sembra quasi
che dai palazzi del potere i rifiuti lì gettati e mai raccolti dalla
nettezza, i buchi del bilancio sempre più numerosi, i maiali che vi
pascolano, si siano trasferiti in strada. L'interprete di Imma Tataranni
è Vanessa Scalera, semplicemente perfetta nell'incarnare questo
magistrato determinatissimo nel portare avanti le sue indagini per far
trionfare la legalità anche a costo di apparire sgradevole perché troppo
dura. Quindi: ottima l'attrice e ottima - soprattutto - l'autrice, che
scrive i suoi romanzi con uno stile gradevolissimo, privo di inutili
fronzoli o disgustosi e in fondo non pertinenti, ma puntando a una
descrizione del territorio - palcoscenico della storia, con dialoghi
credibili, piacevoli e similitudini belle e azzeccate.
Antonio Mecca