NON FATE I BRAVI LIBRO POSTUMO DI NADIA TOFFA

Amava la vita ed era felice per le cose semplici che essa offre

L'Editore "Chiare Lettere" ha di recente pubblicato il libro postumo di Nadia Toffa "Non fate i bravi", raccolta di poesie e osservazioni filosofiche scritte dalla brava e sfortunata giornalista del programma televisivo "Le Iene", chiedendo alla mamma di pubblicarlo dopo la sua morte, chiudendo così la propria esistenza terrena al meglio delle sue facoltà intellettive e intellettuali. Chi ha seguito Nadia nella sua carriera televisiva si è reso conto fin da subito della intelligenza viva e del valore che questa giornalista possedeva, della tenacia che la contraddistingueva, della sua forza fisica che le consentiva di stare dietro una vicenda anche per giorni e giorni fino ad ottenere quello che si aspettava di ottenere, per poi ridurre il filmato a mezz'ora o poco più. Nadia Toffa aveva già pubblicato due libri. "Quando il gioco si fa duro", che parla della droga mentale che il gioco d'azzardo è, uscito nel 2014 e "Fiorire d'inverno", nel 2018, quando già purtroppo era stata colpita dal tumore.
Il terzo, "Non fate i bravi", è uscito in questi giorni di novembre 2019, lucida testimonianza di quanto questa meravigliosa creatura fosse brava anche nello scrivere versi poetici e pensieri filosofici. Ve ne sono molti nel libro, da leggere e rileggere perché la profondità dei pensieri riportati, la bellezza dei versi contengono qualcosa capace di suscitare emozione. Nella sua breve esistenza Nadia ha saputo fare sue molte delle testimonianze raccolte, e la luce che sempre trapelava dai suoi bellissimi occhi era dovuta alla forte sensibilità che la contraddistingueva. Non c'era malizia, in quegli occhi, ma una bontà intensa che soltanto chi è buono per davvero possiede. Quello che è successo dopo la morte di questo angelo è un qualcosa che raramente succede nel campo mediatico. È' come se la sua dissoluzione abbia avuto il magico potere di compattare i molti che l'hanno amata anche senza personalmente conoscerla. Chi lo sa: se Nadia fosse guarita, o meglio se non si fosse ammalata, avrebbe probabilmente scritto anche lei dei libri di narrativa, che la sua intelligenza e sensibilità avrebbero aiutato nel difficile campo del descrittivo. Come scrive la mamma Margherita, nella sua bella e toccante prefazione al libro:"Mia figlia Nadia era il sole, la luce, la gioia, era calore, generosità, condivisione, e grande determinazione. Non passava inosservata neanche prima di essere famosa".
Nadia ha scritto, fra le altre cose, di come "il maschio è vanitoso e vuole primeggiare: non sopporta che la sua donna gli tenga testa". "Eppure che sciocco sei; la tua donna non vuole sopraffarti; cerca solo di condividere la gioia di un successo, e tu la fraintendi. Gli uomini in fondo desiderano solo far ammirare la propria criniera."

Quanto tutto questo è vero... Le donne intelligenti e sensibili fanno paura agli uomini, che dimostrano così reagendo di non essere intelligenti a sufficienza poiché le credono loro potenziali nemici. In realtà le donne che sono lasciate libere di esprimersi, di svelare: oltre magari al velo che copre loro la faccia i propri pensieri reconditi, finiscono per rivelarsi una fonte comune alla quale abbeverarsi tutti insieme - uomini e donne. Per insieme avanzare nell'esistenza e nel futuro umano, e sorvolare le bassezze potendole visionare dall'alto che la loro intelligenza offre loro. Questo libro postumo della sfortunata Nadia Toffa, la quale amava la vita ed era felice per le cose semplici che la vita offre, possiede il dono di fare riflettere il lettore e di aiutarlo a comprendere molte cose. Grazie, Nadia.     

Antonio Mecca

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