NONNO PIETRO AD ALZANO SCRIVIA

Da: "Laboratorio di poesia"
a cura di Maurizio Cucchi
Angela Cassola

NONNO PIETRO AD ALZANO SCRIVIA

Lui con occhi chiari indicava un pezzetto di legno

nelle mani un bastone, uno schiocco preciso

il sorriso illuminava un volo dell’aria

e urlando correvamo dietro alla lippa.

Non avevo paura di perdere i bei pensieri,

che le cose scoperte sparissero, si confondessero

flatus vocis di una nullità.

C’era la terra solida dei campi

mentre tornavo in città,

tutte le belle avventure tra noi

si allontanavano

solo per l’attimo di una settimana

via per narrare

la tua abilità instancabile

di contadino antico.

Ora nel mio spirito sei lì compreso

presente nella folla affastellata

di cascina ed erba medica, cortile,

trattore tra le fronde di robinie,

uova calde, stalla, vigneto, cantina,

damigiane iridescenti. Mi guardi

seduto dalla pompa dell’acqua

col viso bello tra le mani nodose

insieme ai cani, conigli, gatti, galline, farfalle,

lucertole di passaggio.

E nel mio andare di campo in campo

a ogni passo è come

se mi avessi aspettato a ogni ritorno

per tutti i miei ritorni.