Consigli di Zona e Municipi 50 anni di illusioni

Quella del Decentramento è la storia delle illusioni. Le illusioni della periferia.
I regolamenti dei CdZ sono sempre rimasti insabbiati.
Adesso, ci sono i Municipi, ma a che punto siamo?

Prima i Consigli di Zona e adesso i Municipi. La storia del Decentramento a Milano - il tentativo di dare un’Amministrazione alle periferie - è una storia di 50 anni di alti e di bassi o, meglio, di un solo “alto”, il Regolamento del 1977, di un “mezzo alto-mezzo basso”, il Regolamento del 1997, e di una infinità di “bassi”.

Una storia iniziata il 18 luglio 1968, con l’approvazione del Regolamento del Decentramento e il successivo insediamento dei Consigli di Zona nel marzo 1969.

Una storia che ha visto impegnate circa 4.500 persone, tanti sono stati i consiglieri che hanno calcato le sedi del Decentramento, prima 20 e poi 9. Una storia fatta da un’infinità di speranze, puntualmente accompagnata da un’altrettanta infinità di illusioni (ma, anche da una bella porzione di rassegnazione…).

Una storia che ha cercato di restituire ai territori degli antichi Comuni la capacità amministrativa della quale furono espropriati con l’annessione all’allora Comune di Milano: nel 1873 i Corpi Santi e nel periodo 1918-1923 i comuni del circondario milanese, quali Baggio, Trenno, Musocco, Dergano, Affori, Niguarda, Chiaravalle, Greco, Gorlaprecotto, Turro, Crescenzago, Lambrate, Rogoredo, Vigentino, Lorenteggio e Ronchetto.

Solo che i Regolamenti del Decentramento sono rimasti regolarmente… insabbiati (potere della “burocrazia”?).

Infatti, il Regolamento del 1977 è rimasto lettera morta per 20 anni. Tra l’altro, all’art. 19 prevedeva: «I Consigli di Zona deliberano le destinazioni d’uso e le affittanze di locali, edifici ed aree del Comune con destinazione ad usi sociali e del patrimonio immobiliare di reddito… ed anche il patrimonio edilizio dell’IACP (oggi ALER/Metropolitana Milanese, ndr) nell’ambito di appositi accordi con tale ente secondo le compatibilità di legge». Di tale previsione, come peraltro di quasi tutte le altre, non se ne fece nulla. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Invece, il Regolamento del 1997 è rimasto lettera morta per 19 anni (fino al 2016, cioè fino a ieri, non secoli fa! e qualcosa vorrà pur dire …).

Adesso, c’è il Regolamento del 2016 per i nuovi Municipi, che hanno sostituito i vecchi Consigli di Zona. Ma, come vanno le cose? A prima vista e dai primi riscontri, non sembra ci siano stati particolari cambiamenti. Certo, tra Presidenti, Assessori e Consiglieri c’è l’impegno e anche l’entusiasmo dell’avvio della consigliatura (ma, ne è già trascorsa un terzo). Però non basta essere attivi, fare delle cose: bisogna fare le cose che servono alle periferie.

Allora, quella dei Municipi non deve essere l’ennesima occasione persa. Bisogna prevedere e rendere operativa una gestione complessiva del territorio e delle numerose funzioni comunali che vi operano. Altrimenti, tutto l’impegno per le periferie rischia di essere solo una sommatoria di buone intenzioni, cosa che abbiamo visto anche nel recentissimo passato.

Walter Cherubini

Consulta Periferie Milano

www.periferiemilano.com


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