“Lavoro Agile”: apre le porte a un successo.

L'affermano i questionari compilati da lavoratori e aziende.

Nel Lavoro agile ci sono solo vantaggi, la domanda da fare al datore di lavoro è perché non lo fai?  Con queste parole l'assessore Chiara Bisconti ha aperto il workshop sulla seconda Giornata del lavoro agile targata 2015 durante la quale sono stati presentati i risultati dei questionari sottoposti a lavoratori e aziende che hanno partecipato all’iniziativa. Il Lavoro agile, che rientra nell’ambito del Piano territoriale degli orari della città di Milano per una migliore conciliazione vita-lavoro, é una formula che porta tre aspettative di vantaggi: per le persone, per le aziende e per la collettività. Ma cos’è esattamente il Lavoro Agile? E' il lavoro che si può svolgere ovunque, a casa, al parco, in piscina, piuttosto che in una postazione di coworking senza dover essere seduti alla propria scrivania. All’edizione di quest’anno, secondo il Piano territoriale degli orari della città, hanno partecipato 149 tra aziende private ed enti pubblici che operano sul territorio nazionale (predomina la città di Milano) e 8175 sono stati i lavoratori coinvolti, di questi il 52% donne e il 48% uomini. Dai questionari è emerso che sono state risparmiate in termini di tempo 3000 ore pari a 372 giornate lavorative. Riguardo al luogo prescelto per svolgere le mansioni lavorative l’85% ha preferito il proprio domicilio, mentre il 15% dei partecipanti ha lavorato da luoghi pubblici, oppure da sedi distaccate del proprio ufficio o dai coworking. Capitolo spostamenti casa-lavoro-casa, sono stati ben 170mila i chilometri di strada percorsi in meno con le vetture e questo ha comportato un risparmio di 14mila litri di benzina. Questa giornata – ha spiegato l'assessore Cristina Tajani, – è da inserire in una politica di sistema, perché ha coinvolto diverse competenze, occorre l’infrastrutturazione digitale. Il Lavoro agile può giovarsi delle tecnologie moderne e Milano per il WI-fi è la città tra le più infrastrutturate in Europa. Un dato: dall’inizio di Expo quest’ultimo servizio ha avuto un incremento fino al 53%. Altro tema del Lavoro agile è il coinvolgimento degli spazi di lavoro in condivisione (il coworking) e le relazioni di mercato. Abbiamo chiesto agli operatori di aprire i loro spazi gratuitamente – ha proseguito Tajani- dieci hanno accettato permettendo a 20 lavoratori di sperimentare questi luoghi durante la giornata del Lavoro agile. Aria più pulita, il 25 marzo sono state immesse nell’aria 33 tonnellate di anidride carbonica in meno, ma anche la mobilità ne trae vantaggio. Basti pensare – ha sottolineato l'assessore Pierfrancesco Maran, - che proprio il picco del traffico si ha dalle 7,30 alle 9 del mattino e nelle ore successive si ha il crollo della richiesta dei servizi di mobilità. Secondo l’indagine, il tempo risparmiato durante la giornata del 25 marzo è stato utilizzato per dedicare più tempo alla casa e alla famiglia. Per il 97% degli intervistati questa forma di lavoro porta vantaggi per le persone, la comunità e il lavoro in sé, solo il 3% ha dichiarato di trovare criticità. 
Tra gli effetti positivi: la salute, uno per tutti la riduzione dello stress che si accumula per raggiungere il lavoro in presenza di traffico. Mentre, tra le criticità l’inadeguatezza della strumentazione informatica piuttosto che la riduzione dei rapporti umani con i colleghi. In definitiva si è riscontrata disponibilità e collaborazione tra imprese, enti e dipendenti.  Ma nonostante i tanti lati positivi, esistono alcune note dolenti emerse durante il workshop e a farsene portavoce è stato Antonio Traficante (direttore regionale Inail Lombardia) che ha rilevato gli aspetti legati all’assicurazione che devono fare riflettere: Occorre regolamentare questa forma di smart working - ha spiegato Traficante. - Il Lavoro agile è compatibile con l’ordinamento giuridico. Il problema sorge col verificarsi di un infortunio sul lavoro. Il datore di lavoro deve preventivamente comunicare i nominativi impiegati nel Lavoro agile e le giornate interessate, per verificare se l’infortunio è legato all’attività lavorativa. Questa prassi dovrebbe essere imposta dalla legge all’azienda. Anche dal punto di vista della giurisdizione del lavoro occorrono, secondo la giuslavorista Paola Salazar, nuovi accordi sindacali per una maggiore flessibilità nel rapporto prestazioni-benessere individuale. Infine, l’auspicio è che il Lavoro Agile non sia relegato a una o poche giornate all’anno, ma che diventi una spinta per un cambiamento di mentalità lavorativa.
Manuelita Lupo

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