MONTE STELLA A RISCHIO CEMENTIFICAZIONE?

Costruita con le macerie della guerra su progetto dell’arch. Bottoni, la “Montagnetta di San Siro” è diventata il monte di Milano. Accoglie il Giardino dei Giusti, che non deve diventare una muraglia. La questione più controversa nell’ampliamento e modifica del Giardino dei Giusti sul Monte Stella è quella della sua integrazione con il progetto dall’arch. Piero Bottoni per il QT8. Ad esempio
l'unitarietà dell’ambiente naturale del Monte Stella, attraversato da sentieri in terra battuta potrebbe essere rispettata attraverso la prosecuzione e l’interpretazione dei muretti a secco preesistenti, in linea con l’elevazione propria del Monte Stella. Alla funzione più strutturale di contenimento dei terrazzamenti, potrebbe aggiungersi quella commemorativa con l’inserimento sugli stessi delle
targhe dei Giusti.  
I muretti potrebbero essere in alternanza anche bifronti, rivolti al quartiere come al Monte Stella; si porrebbero come ulteriore elemento di integrazione del Giardino dei Giusti al quartiere e, visti dal piano di campagna, asseconderebbero la morfologia dei piani inclinati dei terrazzamenti, mentre visti dall'interno del giardino si costituirebbero come recinzione armoniosa a completamento dello spazio a giardino dedicato ai Giusti.
Inoltre, frammenti di muretti con le targhe potrebbero avere una loro opportuna diffusione nel giardino stesso come forma di “rovine” in continuazione con la caratteristica del monte Stella, che è quella di essere una “emergenza architettonica” sorta dalle “rovine” della guerra. L'idea di intervento di questo tipo avrebbe le caratteristiche di un 'opera d'arte ambientale strutturata per la nuova funzione del Giardino dei Giusti in rapporto alla storia del Monte Stella, pensato da Bottoni in rapporto alle rovine della città. Così, in questa sintesi si riprenderebbero forme e materiali presenti nel luogo, provvedendo eventualmente anche al loro restauro, operazione con una forte funzione sociale, come esercizio di tutela di una eredità per le nuove generazioni.
Al contrario, il progetto contestato per il Giardino dei Giusti, a prescindere dalla sua qualità architettonica, tende a sovrapporsi alle caratteristiche morfologiche del luogo compromettendo e destrutturando l’originaria composizione a terrazze propria dell'architettura del Monte Stella, anteponendo proprie esigenze comunicative e funzionali al rispetto per la natura simbolica del Monte Stella che è da tempo entrato nell'inconscio collettivo della città.  
L'idea di un progetto altro per il Giardino dei Giusti, avendo come riferimento strutturale di base l'utilizzo dei muretti per le targhe e il verde come modo di integrazione all'ambiente naturale preesistente, forse risolverebbe la conflittualità urbana che, non a caso, si è creata intorno ad esso.  
Lo scorso 19 gennaio 2019, alla presentazione del progetto al Monte Stella, dopo le prime reazione emotive da parte dei presenti, architetti del paesaggio, esponenti di Italia Nostra e gli stessi abitanti del quartiere si sono mostrati attenti a una mediazione e riflessione non ideologica sul progetto, affiche il Giardino dei Giusti "grande opera d'arte pubblica" abbia come riferimento il 
Monte Stella e appartenga sempre di più con la sua storia a quella del QT8, primo quartiere sperimentale dell'architettura e dell'arte moderna in Italia, espressione della cultura urbana europea milanese.

Dino de Simone

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