Ross Macdonald, pseudonimo di Kenneth Millar

Il secondo grande investigatore privato della letteratura poliziesca americana, le cui indagini vengono narrate in prima persona, è senza ombra di dubbio Lew Archer, detective di Los Angeles al pari di Philip Marlowe. Entrambi hanno l'ufficio a Hollywood: Marlowe sull'Hollywood Boulevard; Archer sul Sunset Boulevard. L'autore di quest'ultimo (ma forse persino primo a parere di molti rispetto a Marlowe nonché a Chandler come scrittore) è Ross Macdonald, pseudonimo di Kenneth Millar, nato il 13 dicembre 1915 a Los Gatos, California, e morto sempre in California l'11 luglio 1983 a Santa Barbara, città dove viveva da quasi quarant'anni e trasfigurata nel nome fittizio di Santa Teresa, così come Santa Monica, ai tempi in cui Chandler ne descriveva la violenza e la corruzione, veniva da lui chiamata Bay City. Come Kenneth Millar lo scrittore: laureato in Lettere e insegnante per cinque anni in una scuola superiore e in un college, esordisce in piena guerra, nel 1944, con il romanzo "The dark tunnel", una storia di suspense di genere spionistico. Nel frattempo Millar si arruola in Marina, e quando il conflitto finisce inizia a scrivere romanzi e racconti di genere poliziesco, anche perché in competizione con Margaret Sturm in Millar, da lui nel frattempo impalmata che fu la sola in famiglia ad avere la palma di scrittrice fin dal 1941: anno del suo esordio come autrice di polizieschi, al 1944. Dopo quattro romanzi pubblicati tra il 1944 e  il 1948 con il suo nome vero, Millar assunse il nome "nero" perché più aderente alla natura delle sue storie di John Ross Macdonald e di seguito - per evitare confusione con l'altro collega John D. Macdonald - di Ross Macdonald soltanto. Questo primo romanzo con il nuovo nome e con il nuovo personaggio di Lew Archer venne pubblicato nel 1949. Fu chiamato con questo nome forse perché anche il socio di Sam Spade ne "Il Falco Maltese" così si chiamava, per la precisione: Miles Archer e anche perché, forse, l'arciere è sinonimo: Robin Hood insegna, di agente a favore dei poveri e reagente verso i soprusi dei vari signorotti locali, localizzati non solo nella foresta inglese ma anche nella giungla cittadina di Paesi più o meno democratici.
Il romanzo fu letto da Raymond Chandler, che in una sua lettera del 14 aprile 1949 ne parla in maniera non certo entusiastica. Intuisce che dietro quel nome si nasconde probabilmente "uno scrittore di un certo rilievo in altro campo", ne tesse anche alcuni elogi riguardo le descrizioni che sono ben riuscite, ma per il resto lo trova troppo intellettuale e di sicuro imitativo nei suoi confronti e limitativo nella prosa. Una curiosità: all'epoca Ross Macdonald aveva 33 anni, la stessa età dichiarata da Marlowe dieci anni prima nel suo primo romanzo "Il grande sonno". Comunque sia, Ross Macdonald: la cui produzione durante gli anni '50 è quasi sempre di un romanzo all'anno, finisce per conquistare sempre più il pubblico e la critica. Negli anni '60 e '70 il personaggio verrà portato sullo schermo da Paul Newman, rispettivamente nel 1966 e 1975, ma irrispettosamente l'attore pretenderà e otterrà la mutazione del nome Archer in quello di Harper, convinto che la lettera H gli porti fortuna (c'erano stati in passato i film "Hud il selvaggio" e "The Hustler" - Lo spaccone). Forse è stato meglio così, perché i film tratti dai primi due romanzi con Archer: "Bersaglio mobile" e "Il vortice", pur essendo di buona fattura non vanno al di là della solita caratterizzazione del detective privato americano che Hollywood e una certa letteratura poliziesca usavano fare. 
In televisione apparvero poi un film con Peter Graves, e una serie di telefilm con Brian Keith. I romanzi con Archer furono 18, mentre i racconti una decina. Questo investigatore privato che il critico letterario e autore a sua volta di polizieschi Anthony Boucher così definì: "Senza smentire la mia ammirazione per Dashiell Hammett e Raymond Chandler, ma senza nemmeno temere di essere accusato di eresia affermò che Ross Macdonald li batte entrambi", rappresenta l'altra faccia della stessa medaglia al valore che lui e Marlowe, o per meglio dire: Macdonald e Chandler si sono meritatamente guadagnati. Lo stile del primo è simile a quello del secondo, sebbene meno invadente e quindi meno divertente. Questo perché, come diceva il suo autore, "Probabilmente la mancanza delle più romantiche qualità che si notano in genere nei detectives letterari fa sì che Archer sia meno "colorito" di tanti altri. Ma il suo atteggiamento è analogo a quello di tanti investigatori di prim'ordine che ho conosciuto". Archer è come uno psicologo che cerca non solo di analizzare i fatti, ma anche coloro che li compiono. Non per niente al suo Autore non sarebbe dispiaciuto svolgere la professione di medico o di psichiatra. L'ultimo romanzo di Ross Macdonald è "The blue hammer", durante la stesura del quale - già colpito dai primi segni dell'Alzheimer - per portare a termine la storia, molto complessa, chiese aiuto all'amico e collega William Campbell Gault, amico a suo tempo anche di Chandler, che sistemò le bozze e ne rese possibile la pubblicazione. Ross Macdonald è stato il secondo e purtroppo anche l'ultimo scrittore americano autore di un investigatore privato dalla forte personalità: onesto, intransigente, coraggioso, fortemente ironico. Nonché poetico nelle descrizioni e nelle immagini evocate. 
Le somiglianze con Chandler continuano anche per il fatto che se lo scrittore anglo-americano aveva scritto una decina di pagine soltanto del nuovo romanzo con Marlowe, poi abbandonando il progetto, lo scrittore canadese-americano, nella seconda metà degli anni '70, quando la malattia si era in teoria fermata e lui sperava di stare in seguito meglio, aveva iniziato un nuovo romanzo dove Archer risultava anche lui ammalato di Alzheimer. Poi, probabilmente privo di trama (e di forze) aveva dovuto dichiararsi sconfitto. Proprio come Chandler.
Sarà possibile che ne venga fuori un altro a lui o a Marlowe simile? 
Antonio Mecca

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