Senso Civico? In Italia è carente
- 06 marzo 2017 Cronaca
Sconfortanti risultati di una ricerca Ipsos
Il senso civico può essere definito come un atteggiamento di fiducia negli altri orientato alla disponibilità a cooperare per il miglioramento della società in cui si vive. La fiducia apporta effetti benefici a tutta la società. In particolare il livello di benessere è più alto, le istituzioni (comuni, province, regioni), la sanità (e in generale i servizi pubblici) funzionano meglio, i cittadini sono mediamente più soddisfatti della propria esistenza. La sfiducia al contrario provoca indifferenza e in alcuni casi addirittura atteggiamenti predatori verso gli altri e le risorse pubbliche.
In Italia non c’è da stare allegri, almeno stando ai risultati della ricerca “Gli italiani e il senso civico” di Ipsos Public Affairs dove si denuncia un senso civico “fai da te”, dove la legge viene spesso vista come un vincolo, dove il senso della legalità è legato alla sicurezza personale, dove la crisi ha accentuato l’individualismo a scapito dell’interesse collettivo.
Certo, le eccezioni ci sono: la reazione dei cittadini milanesi scesi spontaneamente in strada a riparare i guasti prodotti dai teppisti anti Expo; il proliferare del volontariato che, anche in questo caso, ha Milano quale capitale; la pulsione solidaristica che si manifesta nel caso di calamità naturali, dall’alluvione di Firenze ai recenti terremoti in centro Italia per citare.
Ma è in aumento la sfiducia nella gente (indice 83 nel 2001, 89 nel 2016), la convinzione che gli altri “approfitterebbero della mia buona fede (da 71 a 83), mentre continua il ripiegamento difensivo su se stessi, al Nord come al Sud; non ci sono - in questo campo – due Italie.
La scuola è ritenuta il soggetto che si prodiga di stimolare il senso civico, azione spesso contrastata dalle famiglie degli allievi, mentre governo, parlamento, partiti, nell’ordine, sono i cattivi maestri. Dal 2003 a oggi la classe dirigente ha visto raddoppiare la sfiducia dei cittadini, i quali, sfatando un detto comune secondo il quale la società è migliore di coloro che sono chiamati a rappresentarla, ammettono in grande maggioranza che è nel carattere degli italiani evadere il fisco, fare i furbi, ignorare le leggi.
La cartina di tornasole è costituita dalla domanda: quanto siamo sensibili e attenti alle questioni ambientali? L’autopercezione registra il 70%; ma quando il cittadino osserva il comportamento del vicino, la valutazione scende all’11%.
Per migliorare il senso civico educazione o repressione? Educare fin da piccoli ad assumersi le proprie responsabilità verso la collettività, risponde il 74%, che ha poca fiducia verso la repressione (9%) e i controlli sul territorio (7%).
In conclusione: la coesione sociale, che nei Paesi civili costituisce l’ossatura della democrazia, presenta in Italia vistose crepe. Bisogna convincere i giovani che comportarsi correttamente è attrattivo, è un valore.
Commenta il presidente di IEA Achille Colombo Clerici: È soprattutto una questione di educazione. Si comincia con i genitori che difendono aprioristicamente i figli nei confronti degli insegnanti già dalle elementari, creando in tal modo sul piano sociale atteggiamenti d'indifferenza e di arroganza e si finisce con la classe politica che, con il suo comportamento non esemplare, crea una propensione al sentirsi estranei alla cosa comune; propensione foriera, a sua volta, di mancanza di coesione sociale.