AURELIO GALLEPPINI

Fra i grandi artisti che Milano ha ospitato c'è stato anche il celebre e giustamente celebrato Aurelio Galleppini, il primo disegnatore di Tex nonché il più prolifico, autore di tutte le copertine del formato dapprima settimanale, poi quattordicinale, infine mensile fino al numero 400.

E, ovviamente, di tantissime storie fatte vivere al ranger del Texas, apparso per la prima volta in edicola il 30 settembre 1948. Ma prima di Tex per Galleppini ci saranno altre storie da disegnare, altre tavole da illustrare, altre storie talvolta anche da scrivere. Nato a Casale di Pari, in provincia di Grosseto, il 28 agosto 1917 da genitori sardi originari del Sulcis, Aurelio fin da piccolo si appassiona al disegno, eccellendo nel riprodurre le figure dei cavalli, che in seguito nelle storie realizzate per Tex risulteranno e risalteranno come quelli meglio riprodotti sulle tavole dedicate al celebre ranger del Texas. Quando è ancora bambino la sua famiglia decide di fare ritorno in Sardegna, stabilendosi dapprima a Iglesias, e poi a Cagliari. Iscritto a un istituto industriale, dopo appena due anni di frequenza lo abbandona per dedicarsi esclusivamente al disegno. Il suo primo lavoro fumettistico è del 1936, sulla rivista Mondo fanciullo. Passa poi alla Mondadori per la quale disegna due storie scritte da Federico Pedrocchi: Pino il mozzo e La perla del mar d'Oman. Per il Mattino di Napoli, nel 1937, realizza su testi di Pasquale Ruocco "Le straordinarie avventure di Pulcino". Allo scoppio della guerra, dopo che si trovava a Milano già da un anno a realizzare per la Cine Dux cartoni animati, venne chiamato per svolgere il servizio di leva. Torna così a Cagliari, per apprendere di essere stato assegnato al corpo dell'aviazione di stanza a Bresso. Questo gli permetterà - nelle ore di permesso- di riprendere i rapporti di lavoro già avviati in precedenza. Congedato per via della morte di uno dei suoi fratelli, deceduto in guerra, fa ritorno a Cagliari. In seguito, viene richiamato: gennaio 1943, questa volta nell'esercito. Terminato il conflitto bellico, si dedica fino al 1947 esclusivamente alla pittura, per poi riprendere la precedente attività di fumettista collaborando per la Universo agli Albi dell'Intrepido. Contemporaneamente realizza anche le illustrazioni di alcuni classici della letteratura: I tre moschettieri, La maschera di ferro, Le mille e una notte, I promessi sposi, Le avventure del barone di Munchhausen. Nell'estate del 1948 viene chiamato dall'editrice Tea Bonelli per collaborare alla realizzazione di due nuovi personaggi creati dal suo ex marito Gianluigi. Si tratta di Occhio Cupo e Tex. Lascia così la Sardegna e approda nuovamente a Milano, questa volta ospitato proprio dalla signora Tea, nella cui casa abita anche il figlio Sergio, ancora adolescente. Occhio Cupo viene realizzato con grande cura, dedicandogli le ore del giorno; Tex con meno cura, sacrificando parte delle ore notturne. Eppure è questo a riscuotere il gradimento del pubblico dei ragazzi, che da subito ne decretano il successo. Esce in formato striscia, 36 pagine in bianco e nero e una avvincente e vincente copertina a colori. A partire dagli anni '50 Galleppini lascia MIlano per approdare in Liguria, alla quale dedicherà diverse tele di ambiente marinaro. Il primo volto che Galep dà a Tex riprende quello dell'attore americano Gary Cooper; il secondo invece il proprio, quasi una immedesimazione nel personaggio; il terzo infine sarà completamento diverso dai precedenti, un volto dai lineamenti belli così come belli sono tutti i volti: specialmente quelli dei buoni e quelli delle donne, che Galep disegna nel corso della sua lunga carriera. I ritmi di lavoro diventano però sempre più impegnativi, per cui non riuscendo a stare dietro alla mole di disegni da realizzare: pagine, copertine, disegni pubblicitari, ristampe, ha, dapprima, l'aiuto di un altro bravo disegnatore: Virgilio Muzzi, che nei disegni del personaggio di Tex lascia lo spazio al collega per disegnarne il celebre volto ormai conosciuto e amato dai lettori; e in seguito si alternerà con altri bravi illustratori riservando per sé tutte le copertine fino al numero 400. Morirà nella sua casa di Chiavari il 10 marzo del 1994, dopo che già da alcuni anni problemi di salute e un'operazione sbagliata gli avevano ridotto la capacità di disegnare. A detta del figlio Paolo il suo ultimo disegno riguarda proprio la copertina del numero 400 di Tex, che vede il celebre eroe a cavallo volgersi indietro con uno sguardo triste e rivolgersi al pubblico dei suoi affezionati lettori congedandosi da loro. È Galep che si congeda, dopo 45 anni e mezzo di attività ininterrotta, 45 come le celebri colt che Tex fin dall'inizio porta appese al cinturone, usandole spesso e sempre per combattere il male, la prepotenza, la prevaricazione dei forti contro i deboli. È indubbio che il disegno del celebre ranger realizzato dal suo creatore grafico, ma che è oltre che grafico qualcosa di più, è il più bello di tutti quelli realizzati dagli altri pur bravi disegnatori. Il Michelangelo del fumetto, lo definì il suo editore, sceneggiatore e amico Sergio Bonelli. Infatti la bellezza dei tratti e delle linee disegnate da Galep, la sua precisione e affidabilità possono anche essere paragonate alla bellezza delle linee e dei tratti nonché della precisione realizzate da Michelangelo. Perfettamente aderente alla volontà Bonelliana che non ammetteva che il personaggio prendesse sbandate troppo comiche, Galleppini ne fece un eroe tutto d'un pezzo, sebbene - fosse dipeso da lui - lo avrebbe realizzato un po' più scanzonato. Quel tipo di scanzonato che in alcune tavole e in alcune mini storie (magari con la complicità di Sergio Bonelli) traspare, rendendo l'uomo Tex meno eroe tutto d'un pezzo e più uomo, appunto. Ma forse quelle digressioni rappresentavano un semplice sfogo, una semplice ricreazione scolastica di una scuola: quella del fumetto di un tempo, che non ammetteva deroghe di nessun tipo.
Antonio Mecca  

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