DAVID COPPERFIELD - Charles Dickens
- 28 gennaio 2020 Cultura
La letteratura universale
a cura di Antonella Di Vincenzo
INCIPIT
Si vedrà da queste pagine se sarò io o un altro l’eroe
della mia vita. Per principiarla dal principio, debbo ricordare che nacqui (come mi fu detto e credo) di venerdì, a mezzanotte in punto. Fu rilevato che nell’istante
che l’orologio cominciava a battere le ore io cominciai a
vagire.
Dalla infermiera di mia madre e da alcune rispettabili
vicine, alle quali stetti vivamente a cuore parecchi mesi
prima che fosse possibile la nostra conoscenza personale, fu dichiarato, in considerazione del giorno e dell’ora
della mia nascita, primo: che sarei stato sfortunato; secondo: che avrei goduto il privilegio di vedere spiriti e
fantasmi; giacché questi due doni toccavano inevitabilmente, com’esse credevano, a quegli sciagurati infanti
dell’uno o dell’altro sesso, che avevano la malaugurata
idea di nascere verso le ore piccole di una notte di venerdì.
FINIS
Ecco, stabilita lì in perpetuo, la povera Bellezza, rimasta
vedova con una bambina; ecco, al pranzo del genetliaco
di Sofia, le tre ragazze maritate coi loro rispettivi mariti,
e il fratello d’uno dei mariti, e il cugino d’un altro marito, e la sorella d’un altro marito, che mi sembra faccia
all’amore col cugino. Traddles, sempre buono e semplice come una volta, siede a un estremità della gran tavola, come un patriarca, e Sofia raggia su di lui dall’altra
estremità, a traverso un magnifico spazio sul quale non
luce più il metallo inglese. E ora, nel momento di finire,
frenando il mio desiderio di continuare ancora, tutti questi visi si dileguano. Ma uno, che splende su di me una
luce celeste che rischiara tutti gli altri oggetti, li domina
tutti. E quello mi rimane.
Volgo la testa, e lo veggo nella sua serenità, accanto a
me. La mia lampada sta per estinguersi; ho lavorato fino
ad ora tardissima: ma la cara immagine, senza la quale
non sarei nulla, mi fa compagnia.
Oh, Agnese, anima mia, che il tuo viso mi sia accanto al
termine della mia vita! E che io possa, quando la realtà
si dileguerà da me come le ombre che adesso abbandono, trovarti accanto a me, nell’atto di additarmi il Cielo!