CON RENZI PER CONTINUARE LA STAGIONE DELLE RIFORME

ABBIAMO RICEVUTO E PUBBLICHIAMO

Il risultato di questa prima fase congressuale è straordinario e non solo per il consenso ottenuto da Matteo Renzi ma anche per la grande partecipazione che c’è stata.
Capisco che ai media interessino di più le polemiche ma fatico a comprendere quali siano i dubbi sui numeri che continuano ad alimentarle: non vorrei che dando spazio a questi argomenti si finisse per nascondere che in queste due settimane si è verificata una grande prova di partecipazione democratica.
Il PD, al momento, è l’unico partito in Italia che è in grado di riunire 250mila persone in due settimane per discutere nei circoli e votare.
In Lombardia, ad esempio, ha votato il 70% degli iscritti al PD: una percentuale molto più alta rispetto al precedente congresso.
Un dato importante questo dell’alta partecipazione se si considera anche il fatto che il PD sconta ancora il peso della sconfitta al referendum costituzionale e che ha subito una recente scissione.
Eppure, nonostante tutto, in questi giorni stiamo dimostrando di essere ancora un partito forte, con una grande vitalità.
A mio avviso, dunque, questi sono risultati importanti, che vanno sottolineati e che mostrano anche come il PD - che viene quotidianamente decritto dai media e dalle opposizioni come il “partito delle banche e dei potenti” - invece sia un partito di popolo con molti iscritti che si impegnano direttamente, discutono e scelgono.
Non solo, il PD è un partito con regole democratiche, fondato sulla partecipazione di iscritti ed elettori e il 30 aprile, con le primarie, si metterà proprio nelle mani di questi ultimi la decisione di scegliere il Segretario nazionale che guiderà il Partito Democratico nei prossimi anni.
Questo è un altro dato importante a proposito della partecipazione democratica, soprattutto se si confronta con chi sceglie i propri candidati con pochi click sul web, salvo poi l'intervento del capo a sconfessare il risultato, come è accaduto a Genova.
Entrando nel merito del risultato delle convenzioni, personalmente non sono sorpreso del riscontro positivo ottenuto dalla Mozione Renzi perché ritengo che gran parte del PD e della società italiana consideri gli anni del Governo Renzi come un’esperienza che ha messo in campo riforme, magari non tutte perfette ma di cui il Paese aveva bisogno e di cui si parlava da moltissimo tempo e non si può negare anche che molte di queste sono state fatte proprio grazie alla determinazione dell’ex Presidente del Consiglio, che ha scelto di portarle avanti e di non fermarsi davanti agli ostacoli interposti lungo il percorso, mentre altri lo avrebbero fatto.
Adesso vogliamo guardare al Paese e al suo futuro, sapendo che abbiamo iniziato una straordinaria opera riformatrice che vogliamo continuare e dovremo convincere gli italiani a sostenerci. Lo scorso 4 dicembre abbiamo perso una battaglia ma i messaggi e le idee contenute in quella riforma e in quella stagione di Governo non li abbandoniamo perché servono al Paese e a migliorare la vita dei cittadini. Il congresso e le primarie del 30 aprile, quindi, dovranno essere lo strumento per rilanciare la partecipazione e da cui ripartire.
Franco Mirabelli

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