IL RISORGERE DEL MALE 12

Riaffiorai alla luce gradualmente. Non fu tanto piacevole poiché il dolore avvertito dalla mia testa era davvero insopportabile. Sembravano onde concentriche che partivano dal cervello per raggiungere tutti i punti del mio corpo, come quando si colpisce con un sasso la superficie dell’acqua e i cerchi prodotti si allontanano dal punto colpito per raggiungere le opposte sponde. Cerchi. Questo era il significato originario del Klan. In greco, Klux significa appunto cerchia: riparo che cinge qualcosa. Mi ritrovai seduto su una sedia con spalliera, legato alle caviglie e ai polsi con le braccia tese all’indietro. Un tale era seduto a sua volta di fronte a me, ma a differenza mia aveva gli arti superiori e inferiori liberi. Lo riconobbi. Si trattava di uno degli scherani presenti accanto agli apostoli. 
- Ti sei svegliato, finalmente - disse con voce antipatica quanto la sua faccia. 
- Hai dormito per quasi due ore. 
- Il tempo della durata media di un film - biascicai. - Solo che non era un film. Se mai, un documentario. Un documentario visivo di quanto sia terribile l’idiozia umana in certi frangenti. 
- Basta con i tuoi sarcasmi. Sono qui per farti parlare, ma non come piace a te. Perché io sono uno professionista nel cavare risposte dagli interrogati. 
- Avresti dovuto far parte della commissione esaminatrice con la quale ho dato gli esami - dissi; - non sono riusciti a cavare nulla da me. 
- Vedremo. 
Chiamò quindi con il telefono interno un tale, che di lì a poco fece la sua apparizione. Era un individuo magro, sulla cinquantina, di altezza media. 
- Bene - disse guardandomi. 
- Ora le farò alcune domande alle quali lei mi farà il favore di rispondere. 
- Sentiamo - dissi io. - Come è giunto fino a noi? Non parlo del pedinamento di quella stupida gallina, ma di prima ancora. Cosa l’ha indirizzata sulla nostra pista? 
- In parte la fortuna, in parte il lavoro di investigazione. 
- Lei stava indagando sulla scomparsa del suo collega? 
- Infatti. Dall’hotel dove aveva alloggiato il fratello di quella cara slava moglie di un grande scrittore, al negozio di ferramenta dove lo stesso ha fatto incetta di pistole sparachiodi con relativi chiodi il passo è stato breve: non più di cento metri. Mi sono poi ricordato degli uomini crocifissi che hanno costellato di recente la cronaca nera del Paese e ho quindi collegato il tutto. Non avrei mai immaginato che una nuova ondata di antisemitismo nazista si sarebbe abbattuta nel mondo a inondare la Società civile. 
- Il conto con gli ebrei non è mai stato saldato completamente. Era ora di ricominciare. Lo fissai. 
- Perché tutto questo odio senza senso? - dissi poi. 
- Che cosa vi aspettate da questa recrudescenza di violenza? Milioni di ebrei sono stati sterminati da dei pazzi assassini: uomini, donne, vecchi, bambini. L’autentica razza maledetta è quella tedesca, che ha assassinato gente inerme oppure lasciato fare ai loro assassini. 
- Questo è quello che pensi tu, signor investigatore. Ma fra un po’ non penserai più niente, perché fra un po’ non sarai più niente. 
Detto questo il farabutto fece un cenno al suo sgherro e se ne uscì. Quello prese a trafficare in un cassetto del tavolo lì presente, e a tirar fuori un assortimento di strumenti composto di siringa, fialetta e seghetto taglia-vetro. Capii così che intendeva o avvelenarmi oppure narcotizzarmi per poi uccidermi in seguito. Ero già sul chi vive da un bel po’, e mentre parlavo o ascoltavo quel sudicio bastardo che mi aveva fronteggiato fino a pochi istanti prima pensavo a un modo per poter tagliare la corda. In previsione di simili momenti che già avevo vissuto e che speravo di avere la possibilità di rivivere ancora e di sopravvivere, mi ero premunito da tempo.
Antonio Mecca

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