ACCADDE IL 14 MAGGIO
- 14 maggio 2023 Cultura

1931 – Bologna: al Teatro Comunale Arturo Toscanini viene preso a schiaffi da un gruppo di fascisti per essersi rifiutato di suonare Giovinezza, l'inno fascista
Arturo Toscanini (Parma, 25 marzo 1867 – New York, 16 gennaio 1957) è stato un direttore d'orchestra italiano.
Viene considerato uno dei più grandi direttori d'orchestra di tutti i tempi per l'omogeneità e la brillante intensità del suono, la grande cura dei dettagli, il perfezionismo e l'abitudine di dirigere senza partitura grazie a un'eccezionale memoria fotografica. Viene ritenuto in particolare uno dei più autorevoli interpreti di Verdi, Beethoven, Brahms e Wagner.
Nel dicembre 2011, un sondaggio della rivista specializzata Classic Voice lo ha classificato quarto più grande direttore d'orchestra di tutti i tempi, dopo Carlos Kleiber, Leonard Bernstein e Herbert von Karajan, ma prima del suo "rivale" Wilhelm Furtwängler.
Il 14 maggio 1931, trovandosi a Bologna per dirigere al Teatro Comunale un concerto della locale orchestra in commemorazione di Giuseppe Martucci, si era rifiutato in partenza di eseguire come introduzione gli inni Giovinezza e Marcia Reale, al cospetto di Leandro Arpinati, Costanzo Ciano e di vari gerarchi; dopo lunghe negoziazioni, che il Maestro non aveva accettato, si arrivò alla defezione di Arpinati e Ciano, e alla perdita di ufficialità del concerto, e di conseguenza alla non necessità di esecuzione degli inni; ma Toscanini, al suo arrivo in macchina al teatro in compagnia della figlia Wally, proveniente dall'hotel e in ritardo a causa delle negoziazioni, appena sceso, venne circondato e aggredito da un folto gruppo di fascisti, fortemente schiaffeggiato sulla guancia sinistra si presume dalla camicia nera Guglielmo Montani, e colpito da una serie di pugni a viso e collo; fu messo in salvo dal suo autista che lo spinse in macchina, affrontò brevemente gli aggressori e poi ripartì; il gruppo di fascisti giunse poi all'hotel e intimò a Toscanini di andarsene immediatamente; verso le ore 2 della notte, dopo aver dettato un durissimo telegramma di protesta a Mussolini in persona in cui denunciava di essere stato aggredito da “una masnada inqualificabile” (telegramma che non avrà risposta), avendo persino rifiutato di farsi visitare da un medico, partì in macchina da Bologna diretto a Milano, mentre gli organismi fascisti si preoccupavano che la stampa, sia italiana sia estera, non informasse dell'accaduto. Da quel momento Toscanini visse principalmente a New York; per qualche anno tornò regolarmente a dirigere in Europa, ma non in Italia, dove tornerà a dirigere solamente alla fine del fascismo e della seconda guerra mondiale.