ACCADDE IL 4 SETTEMBRE



Geronimo (vero nome Goyaa?é, spesso deformato in Goyathlay o Goyathle; Arizpe16 giugno 1829 – Fort Sill17 febbraio 1909) è stato un condottiero nativo americano. Fu uno dei più famosi capi degli Apache e per oltre venticinque anni guerreggiò contro gli Stati Uniti d'America e la loro espansione a occidente. Scrisse molti libri: uno dei più importanti fu la sua autobiografia, "My life".

Geronimo nacque nei pressi del fiume Gila, all'epoca territorio messicano, di fatto occupato dagli Apache Bedonkohe. Dopo il massacro di Kasyeh compiuto dai messicani nel 1851, nel quale perdette la moglie, i tre figli e la madre, divenne implacabile nemico dei messicani e combatté contro un sempre maggior numero di truppe messicane e statunitensi; divenne famoso per il suo coraggio e per essere sfuggito numerose volte alla cattura, ma anche per un carattere estremamente sospettoso e per un'astuzia al limite della doppiezza, tanto più rimarcata a fronte della brutale lealtà del suo contemporaneo Victorio. Geronimo, guerriero indubbiamente coraggioso e abile, divenne un capo di primo piano soltanto dopo la morte dei grandi capi delle precedenti generazioni e dei propri coetanei.

Le forze di Geronimo divennero l'ultimo grande gruppo di combattimento di pellerossa che si rifiutò di riconoscere come padrone il governo degli Stati Uniti nel West. Questa lotta giunse a termine il 4 settembre 1886, quando Geronimo si arrese al tenente Charles B. Gatewood (che aveva conquistato il suo rispetto anni prima); successivamente fu consegnato al generale Nelson Miles dell'esercito statunitense a Skeleton CanyonArizona. Geronimo venne mandato in prigione a Fort Pickens (Florida). Nel 1894 venne trasferito a Fort Sill (Oklahoma). In età avanzata divenne una specie di celebrità, comparendo alle fiere e vendendo sue fotografie e altri oggetti personali (particolarmente ironico fu il sistema escogitato dall'ormai anziano di-yin per la vendita dei "suoi" cappelli, che vendeva alle fiere comprandone quando la scorta era esaurita), ma non gli fu permesso di fare ritorno alla sua terra natia. Caduto da cavallo, rimase all'addiaccio e fu trovato solo il giorno seguente. Due giorni dopo morì di polmonite a Fort Sill il 17 febbraio 1909. Le sue ultime parole furono riferite a suo nipote: "Non avrei mai dovuto arrendermi, avrei dovuto combattere fino a quando non fossi l'ultimo uomo vivo".



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