Aveva conosciuto Emanuele in una trasmissione televisiva da lui condotta, perché Fardelli era stato anche scrittore e conduttore e, a differenza di lei, pure critico letterario. Inoltre, molto più sicuro di quanto lei fosse mai stata.

Quell’espressione che il suo viso orientale trasmetteva era d’altronde sintomatica, perché sembrava sempre fosse sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all’altro. Cosa questa che spesso effettivamente faceva, ma fra le pareti discrete di casa sua, al riparo da occhiate invece indiscrete. E il motivo di quegli scoppi di pianto era, nove volte su dieci, imputabile alla sua tormentata relazione col marito. Perché Emanuele Fardelli, che lei amava svisceratamente, era un grande amante del gentil sesso inteso non esclusivamente nella figura di sua moglie Clara. E questo lei lo aveva scoperto da subito, anche perché lui non si era mai preoccupato di nasconderglielo. 

- Tanto poi torno sempre da te – soleva dirle. – Perché tu sei mia moglie, e io ti amo.

- Io sono tua moglie, lo hai detto. E anche io ti amo. Come puoi perciò dividermi con altre?

- Io sono per la condivisione dei beni – scherzava lui. – Nella vita non bisogna essere egoisticamente esclusivi.

- Quindi se anch’io mi dessi da fare con altri uomini, a te non importerebbe…

- Mi basta che tu non li ospiti nel nostro letto. O almeno che ti ricordi, dopo, di cambiare le lenzuola. 

Lei allora gli lanciava addosso qualsiasi oggetto capitatole fra le mai, tra cui anche qualche suo libro ivi incluso “I clown stanno arrivando”. Se quest’ultimo fosse stato pesante perché voluminoso così come pesante era la storia in esso narrata, avrebbe rischiato: se ben centrato, di farlo secco all’istante. Lui rideva, e continuava col suo modo di fare, sicuro che lei lo avrebbe  aspettato, rispettato e perdonato. E se avesse deciso di lasciarlo, all’inferno: un’altra avrebbe preso il suo posto.