Deserto di Almeria

Tabernas: Tipico villaggio western

Il secondo villaggio western di Tabernas sorge anche questo: come il primo, a una trentina di chilometri dalla città di Almeria. È stato denominato "Mini Hollywood", è simile a Fort Bravo ma: a mio parere, più bello del primo. Questo perché gli edifici sono meglio tenuti, e inoltre nello spazio interno ci sono più cose da vedere e da ammirare. In primis, un vasto giardino ospitante piante tipiche del deserto, uno zoo che ospita - loro malgrado - animali costretti e stretti gli uni agli altri a solleticare e sollecitare la curiosità dei visitatori. C'è poi più acqua a disposizione, tanto da alimentare una piscina nonché varie fontane in pietra ricalcanti quelle vere del West della metà dell'Ottocento. Le musiche dei film in tema riecheggiano in continuazione, come a Fort Bravo, e a parte qualcuna appartenente a film americani quali "I magnifici sette", di Elmer Bernstein, sono pressoché tutte di italiani, e - ad esclusione di "Lo chiamavano Trinità", di Franco Micalizzi, - la matrice è esclusivamente del grande Ennio Morricone. E così ecco riecheggiare "Per un pugno di dollari", "Per qualche dollaro in più", "Il buono, il brutto, il cattivo", "C'era una volta il West", "Il mio nome è Nessuno". E poi altri film tipo quelli con protagonisti Ringo, Django, e compagnia galoppante. 

Il maestro Morricone è presente nell'aria e non soltanto, visto che nel piccolo cimitero interno, sulle false lapidi e croci vi sono il nome suo nonché quello di altri registi e attori del genere. Passeggiare lungo i vialetti ascoltando quelle musiche immortali e respirando l'afrore provocato dai cavalli, è di certo eccitante. Così come eccitante nonché interessante risulta essere la visita nei vasti stanzoni ospitanti gli antichi proiettori di metallo di grosse dimensioni, arricchito il tutto da manifesti di film western per lo più italiani raffiguranti attori anch'essi per lo più italiani magari provvisti - almeno ai loro inizi - di pseudonimi anglosassoni, come Giuliano Gemma che nei suoi primi film si faceva chiamare Montgomery Wood, nascondendo come nel montgomery - mantello la propria italianità. Dopo qualche tempo passato in quel passato, ci si fa l'abitudine, e si ha quasi l'impressione di essere caduti in un buco temporale che ci ha fatti scivolare nel passato, in una pellicola dell'epoca che ha impressionato: come un fotogramma, anche noi stessi.
Antonio Mecca

L'INGLESE CANTANDO

Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
EDB Edizioni

Com'è bella Milano

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L'Osteria degli Orchi

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