"Intrigo internazionale"
- 30 aprile 2023 Cultura

Il 1959 è stato l'anno che ha visto concretizzarsi diversi eventi: Il 26 marzo, la morte di Raymond Chandler, uno fra i più grandi scrittori americani, purtroppo, anche uno fra i meno prolifici. Quindi, l'uscita a luglio del film di Hitchcock "Intrigo internazionale" che ha per protagonista Cary Grant, l'attore che secondo Chandler sarebbe stato il suo Marlowe ideale sullo schermo. Purtroppo nessun produttore si sognò mai di offrirgli questo ruolo, e così nel vedere un film con l'attore inglese naturalizzato americano viene spontaneo - se il film è degli anni '40-'50 - vedere Grant nel ruolo del detective privato californiano sebbene: nel leggere le sue storie: sette, più un racconto del 1958 - ce lo si immagini un po' diverso: più robusto, e con un volto: seppur bello, non così delicato quanto quello di Cary Grant era. Ma forse Chandler nel vedere l'attore inglese nei panni della sua creatura di carta, rivedeva anche un po' se stesso, datosi che in una vecchia fotografia che lo ritrae appoggiato al tronco di un albero nel periodo della sua giovinezza (in apparenza intorno ai vent'anni) il volto appare simile a quello di Grant. Il film "Intrigo internazionale", realizzato a colori dal grande regista inglese emigrato in America alla fine degli anni Trenta, vede accanto all'attore inglese naturalizzato americano anche la bella, e brava, Eva Marie Saint - premio Oscar per il film "Fonte del Porto" - e l'attore: inglese pure lui, James Mason. Si tratta di un film che al tono della commedia mescola quello della suspense, alternando tensione a comicità. Gli splendidi colori di quel periodo non altrettanto splendido permettono di bypassare momenti che il trascorrere del tempo ha reso e arreso al presente, finendo per renderli comici quando allora erano invece altamente drammatici ma che ora risultano ma non risaltano - alla nostra sensibilità attutita dalla modernità - noiosi e ben poco credibili. Gli splendidi colori di quel periodo solo in apparenza altrettanto splendido ci permettono di degustare la storia narrata dallo sceneggiatore Ernest Lehman e diretta dal grande Hitch, il quale non sempre si trovava bene con gli autori del copione (vedi Chandler e Hunter). Lui si trovava invece bene con le splendide donne che andava dirigendo, soprattutto se bionde; in primis Grace Kelly, la quale era stata da lui diretta in tre film: "Delitto perfetto", "La finestra sul cortile" e "Caccia al ladro". Poi, dopo la disgraziata decisione presa dalla Kelly di diventare principessa di Monaco quando avrebbe potuto essere regina: regina di Hollywood, eccolo dirottare la sua attenzione su altre bionde attrici: Eva Marie Saint, Janet Leigh, Tippi Hedren. Il biondo insomma doveva intrigarlo e integrarlo nella normalità mascolina, forse che quel colore molto meno intenso del nero o del rosso finisse per dargli una celestiale sfumatura che solo gli angeli del paradiso posseggono.
"Intrigo internazionale", realizzato vent'anni dopo il suo approdo in America e vent'anni prima del suo approdo in Cielo, risulta essere un ottimo film e risalta nelle immagini che solo un grande regista, come Alfred Hitchcock era, poteva essere in grado di realizzare. Le musiche di Bernard Herrmann, che avrebbe toccato l'apice nel successivo "Psyco", per interrompersi poi con "Taxi Driver", sono come il sale in una minestra già di per sé saporita, aggiungendo sapore ulteriore alla già gustoso piatto.
Antonio Mecca