INVASIONE ASSURDA DI PIAZZA DUOMO

L'invasione di piazza Duomo domenica in conseguenza dei festeggiamenti relativi al conseguimento dello scudetto da parte dell'Inter, dove 30.000 irresponsabili hanno occupato il piazzale in barba alle più elementari misure di contenimento del virus, non può non rendere tristi per la colossale cretineria mostrata dai tifosi che si sono accalcati a pochi centimetri di distanza gli uni dagli altri, spesso privi persino di mascherina. Si dirà: la gioia dei tifosi era grande, e si voleva quindi manifestarla gridandola a squarciagola; inoltre, dopo mesi di confinamento in casa o nelle sue immediate vicinanze, il desiderio di uscire per ritrovarsi gli uni accanto agli altri era troppo grande per evitarla. Certo: se uno non è amante dello sport in generale e del calcio in particolare non si può capire. Io per quanto riguarda il generale sono più interessato al generale Figliuolo, che sta dimostrando di essere l'uomo giusto al posto giusto al momento giusto. Nell'orrore che ci ha avvolto con le sue spire fino a spirare nonché a sperare che questa tragedia immane termini quanto prima, non si possono, non si devono dimenticare le oltre centomila vittime falciate da questo mostro, né i malati che hanno sofferto o continuano a soffrire, né tutti i medici e paramedici che si stanno prodigando per la loro cura. È uno schiaffo a tutti loro il comportarsi così avventatamente, rischiando di vanificare i sacrifici finora fatti solo perché una squadra ha portato a casa lo scudetto. Si poteva e doveva agire diversamente, limitandosi ad esporre la bandiera nera e azzurra al balcone o alla finestra, soffiando nelle trombe e cantando gli inni della squadra per qualche ora. Non invece affluire in massa all'aria aperta alla faccia di chi l'aria la sta respirando per mezzo di una bombola di ossigeno. Fa male assistere a spettacoli simili, così indecorosi e indegni di un popolo civile. Se tutto questo fosse successo a Napoli, la capitale del Sud Italia, cosa ci si sarebbe dovuto aspettare dai leghisti di turno? E almeno in questo caso avrebbero avuto ragione. Si può credere oppure non credere, ma a me la visione del Papa che in piena pandemia sale i gradini della scalinata che conduce all'altare di San Pietro, solo sotto la pioggia che bagna una Roma intristita dalla malattia, ha molto colpito e commosso allora come ora, nel ricordo. Così come commuove quella piccola e giovane svedese che come la piccola fiammiferaia della favola ha acceso una luce di speranza sul nostro futuro, sempre più a rischio perché sempre più in pericolo, suonando la tromba del giudizio che invece per qualcuno il cui nome in inglese è la prima parte di tromba risulta essere quella del pregiudizio - non solo razziale. Perché chi lo sa che questo dannato virus non sia anche la conseguenza più o meno diretta dell'inquinamento sempre maggiore provocato dall'aumento dell'immissione di anidride carbonica e dal conseguente innalzarsi della temperatura che abbiamo provocato nel corso degli ultimi decenni, deforestando a tutto spiano e consentendo l'avanzata di animali orridi che hanno infettato animali domestici e - da lì - anche l'animale uomo, sempre meno uomo e sempre più animale. Come spesso in piazza finisce per ridiventare. 

Antonio Mecca

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