La fantomatica Pusterla del Monforte a Milano: un piccolo viaggio storico, iconografico - Parte 3

Cosa rimane oggi a ricordarcela? O meglio, cosa era rimasto fino a circa un secolo fa?

Il monastero di San Cosma e San Damiano in Monforte sorse di rimpetto alla pusterla omonima, appena oltrepassato il fossato, nel XIV secolo (probabilmente in seguito ai lavori di ampliamento del Naviglio da parte di Gian Galeazzo Visconti); dedicato in origine a San Giovanni Battista, dal 1485 fu intitolato ai primi due, appartenenti all’ordine di San Basilio. Soppresso l’ordine dei Basiliani nel 1657 e subentrati gli Eremitani Scalzi di Sant'Agostino, soppressi a loro volta nel 1798, ci pensò in seguito Napoleone a sopprimere del tutto il monastero nel 1810. Nel 1857 il convento tornò nelle mani di un ordine religioso con i Gesuiti ma dovette essere una breve permanenza perché sulle guide del 1889, il complesso viene segnalato come archivio giudiziario. Tutto ebbe fine nel 1921 con la demolizione di chiesa e convento.

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Cerchiata in rosso, la Chiesa di San Damiano in una mappa del 1894

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La Chiesa di San Damiano dipinta da Giannino Grossi nel 1919 e l'angolo attuale corrispondente...

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E come si presentava in fotografia

Il secondo superstite fu il Ponte di San Damiano.  Ora, per quanto in alcune vecchie mappe il ponte non sia riportato, va da sé che se c’era una Pusterla esisteva anche un attraversamento altrimenti la gente si sarebbe dovuta buttare nel fossato per passare oltre. Questo ponte e l'antico terraggio perpendicolare al Corso San Romano, quello che poi diventerà il proseguo di Corso Monforte fino a Piazza San Babila, presero il nome dalla vicina chiesa. Tra il Settecento e l'Ottocento suddetto terraggio era gremito di botteghe artigiane, una in particolare appartenuta ad un abilissimo calzolaio di nome Anselmo Ronchetti: talmente abile e famoso, riparò gli stivali a Napoleone stesso, da scalzare in seguito il nome San Damiano e farselo dedicare: l’odierna Via Ronchetti. Rimasero almeno il nome della strada che costeggiava il Naviglio (tuttora esistente anche se ribattezzata poi per il primo tratto Visconti di Modrone) e del ponte. Su di esso, durante le Nostre Cinque Giornate, venne eretta, in concomitanza a quella di Santa Maria della Passione, la prima barricata: per costruirla fu “preso in prestito” un carro carico di botti che proprio in quel momento stava transitando affianco al Naviglio. Non v'è spazio in questa sede per ricordare tutti i nostri concittadini che in quel luogo si adoperarono e si sacrificarono per la nostra libertà ma sarà mia premura ricordarli in un altro articolo; tanto per rinverdirne la memoria in un periodo dove di memoria non ne esiste più.

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Il Ponte di San Damiano agli inizi del '900,

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la veduta del Naviglio che si godeva da esso,

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cari e vecchi tram che vi transitavano sopra,

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una delle ultime fotografie prima della demolizione,

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la tragica copertura della Fossa Interna dalla sua prospettiva

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e, infine, l'impietoso paragone tra passato e presente.

Tornando al Ponte di San Damiano, esso subì la stessa sorte degli atri suoi 23 sventurati compagni, eccezion fatta per quello delle Sirenette trasferito al Parco Sempione: fu smantellato durante la copertura dei Navigli nel 1929. Assieme alla nostra meravigliosa Fossa Interna (gli unici a festeggiare furono quei megalomani dei futuristi), scomparve anche l'ultimo elemento architettonico a ricordarci che un tempo in quel luogo sorgeva una pusterla assai antica il cui nome riecheggia ormai solo nell'odierna toponomastica: la Pusterla del Monforte.

Un sentito ringraziamento all'Associazione Amici dei Navigli e a Guido Rosti Cesari che hanno messo gratuitamente a disposizione del pubblico I ponti della cerchia al Tempo della Fossa Interna.

Riccardo Rossetti


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