Le strade di un intero quartiere di Roma Intestate a creatori, autori e personaggi di fumetti italiani

A Roma, in zona EUR, per la precisione in località Torrino Mezzocammino - così chiamata perché si trova a metà strada fra la capitale e la foce del Tevere - sorgono varie strade, piazze, giardini pubblici intestati a celebri personaggi o autori del fumetto italiano. Jacovitti, Andrea Pazienza, Guido Crepax gli autori. Tex, Dylan Dog, Diabolik. Lupo Alberto, Bonaventura i personaggi. Ci sono il viale Gianluigi Bonelli, creatore di Tex Willer, quello dedicato ad Aurelio Galleppini: il mitico Galep autore del disegno di moltissime storie di Tex nonché della creazione grafica del personaggio, il largo Tea Bertasi Bonelli, moglie di Gianluigi e prima editrice (dopo che il marito si era da lei separato) del celebre fumetto. Tea (nome accorciato dell'incredibile nome proprio Aristea) Bertasi in Bonelli, nata a Milano nel 1911 e morta a Bologna nel 1999, madre del grande Sergio Bonelli che rilevò la Casa Editrice Audace dalla madre dopo che lei l'ebbe rilevata dal marito e diretta fino al 1957. La signora Tea Bertasi fu donna di bell'aspetto e imprenditrice di grande acume (incrementò la diffusione degli albi formato striscia, che sebbene qualche illuminato moralista 'del tempo che fu' le andasse paragonando quasi alle strisce di cocaina per l'effetto nefasto esercitato sulla mente adolescenziale), e riuscì a farsi largo nel campo dell'editoria come solo poche altre donne furono in grado di fare - fra queste le sorelle Angela e Luciana Giussani, creatrici di Diabolik, che vennero però alla ribalta vent'anni dopo di lei. Nel 1948 fu Tea a contattare l'ex marito affinché creasse un personaggio western, per poi rivolgersi ad Aurelio Galleppini che già dal 1942 aveva adottato il diminutivo di Galep per realizzarlo graficamente. Fu così che nacque Tex Willer (in origine Tex Killer) e fu così che crebbe e prosperò fino a oggi il personaggio più famoso e longevo del fumetto western d'Italia. Ad avere l'idea di dedicare vie, giardini, piazzole ai personaggi del fumetto italiano e ai suoi creatori è stato nel 2005 Maurizio Nicastro, presidente del comprensorio Torrino Mezzocammino. Nicastro, che aveva gli uffici che si affacciano in via Mangili, dopo essersi informato su chi fosse questo personaggio scoprì essere l'inventore dei coriandoli. Forse anche Nicastro, da bambino prima e da adolescente poi ebbe sequestrati più volte i suoi fumetti che strappati e ridotti in vari pezzi finirono per trasformarsi quasi in coriandoli. E poi ce li gettiamo addosso a Carnevale che lo viviamo solo un giorno all'anno come festa mentre tutti gli altri giorni sono tragedia. Perché la vita è una tragicommedia, più la prima parte che non la seconda. Così Nicastro pensò che se avevano intestato una via all'inventore dei coriandoli, potevano benissimo dedicare altre vie agli inventori dei personaggi a fumetti. E così fu.
Ecco quindi un viadotto riproducente sulla parete personaggi del fumetto quali Tex Willer che, dall'alto di una collina, osserva il procedere di una carovana, disegno riprodotto dalla copertina dell'albo n° 133 "Conestoga!", realizzata da Galep. Il fumetto per sua e per nostra fortuna già da diversi anni è stato, come si usa dire, sdoganato, e questo dopo avere seguito l'esempio dei francesi i quali apprezzano gli eroi di carta molto più di noi che preferiamo quelli di cartapesta. I vari pupazzi che riusciamo a sbeffeggiare solo quando vengono raffigurati sopra i carri allegorici durante il carnevale ma che durante tutto il resto dell'anno quasi veneriamo. I francesi hanno denominato i fumettisti "Bande dessinée", più sinteticamente: "Bédé". Da noi per anni più che nel "Bédé" li abbiamo scaricati nel water, perché cattolici, insegnanti, moralisti tutti li esecravano in blocco così come avevano già fatto con i film di Totò e consimili, con le cosiddette canzonette dei Beatles e compagni, con i varietà-avanspettacolo di Lino Banfi e soci. Noi, insomma, arriviamo sempre dopo, e Guareschi con i suoi Don Camillo e Peppone ne sa qualcosa. Questo, naturalmente, per quanto riguarda la critica, che il pubblico in genere accoglie quello che viene definito sottogenere con molta più acutezza dei soloni assisi sul loro scranno. Insomma: se andate a Roma, prendete la metropolitana direzione EUR Magliana per poi salire alla fermata dell'autobus che fa capolinea in piazzale Tea Bertasi Bonelli. Noterete varie vie, piazzette, giardini pubblici intestati ai personaggi del fumetto italiano e ai loro creatori. Fa una certa impressione vederli raggruppati nel raggio di qualche chilometro, un raggio che fa parte di un cerchio il quale come un'aureola santifica quasi tutti quegli autori, in gran parte morti. Questa zona che si affaccia sulla splendida campagna romana che emana ancora: con i suoi meravigliosi ruderi risalenti a millenni fa e la sua rigogliosa vegetazione che la fantasia elargita dagli autori dei fumetti rende ancora più affascinante e che si scontra contro quella - molto più misera - delle menti addette alla edificazione di quartieri spesso privi di ogni requisito di bellezza. Ma forse è proprio nei luoghi squallidi che la fantasia va più esercitata: per cercare di sorvolare il brutto e l'osceno con l'ausilio del bello e del fantastico e sovrastarlo dall'alto della nostra mente.    

Antonio Mecca  


 

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