Letteratura Universale

Delitto e Castigo di Fedor Dostoevskij

Incipit - Al principio di Luglio, con tempo caldissimo, verso sera, un giovane scese dalla sua stanzuccia che aveva in subaffitto nel vicolo d S., sulla strada e lentamente, come irresoluto, si diresse verso il ponte di K.

Egli scansò felicemente l’incontro con la sua padrona per la scala. La sua stanza riusciva proprio   

sotto il tetto di un alto casamento a cinque piani e somigliava un armadio più che un’abitazione.

La sua padrona di casa invece, dalla quale aveva in affitto questa cameretta con desinare e servizio compreso, abitava una scala più in basso, in un quartierino a sé; ogni volta che usciva sulla via, gli toccava inevitabilmente passar davanti alla cucina della padrona, la cui porta era quasi sempre spalancata sulla scala. E ogni volta il giovane, passando lì davanti, provava una certa qual sensazione penosa e pavida, di cui si vergognava e per la quale aggrottava le ciglia. Egli era fortemente indebitato con la padrona e temeva d’incontrarla.


Finis - Ma qui comincia ormai una nuova storia, la storia del graduale rinnovamento di un uomo, la storia della sua graduale rigenerazione, del graduale passaggio da un mondo in un altro, della conoscenza con una nuova, finora assolutamente ignota realtà. Questo potrebbe costituire il tema d’un nuovo racconto, ma il nostro odierno racconto è finito.

1866.

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