LIBERI SI, MA CON REGOLE E RAZIONALITÀ

L'incomprensibile affollamento

L'imbecillità umana ha ripreso il sopravvento e così: da Nord a Sud passando per il Centro, ecco tornare la dannata movida che così tanto allieta chi ha il dubbio privilegio di abitare nei pressi amalgamando persone in prevalenza giovani ma non solo, che debbono esprimere la loro fratellanza mediante aperitivi o alcolici da ingurgitare affinché il calore dell'alcool li renda tutti euforici e più ottimisti nei confronti del loro futuro.
Nessun segno di rispetto verso tutte quelle persone che a discapito della loro vita hanno soccorso e curato migliaia di persone, spesso guarendole. Nessun ricordo delle loro facce stanche, distrutte, ma ciononostante gentili verso i pazienti che hanno saputo traghettare nel loro ultimo percorso o guarire e far tornare alla vita. Questi sì che sono stati e sono angeli, persone normali che in una situazione di anormalità come quella che ci ha colpito (e forse non a caso, visto ciò che stiamo infliggendo alla Natura ormai da decenni) hanno saputo e sanno procedere nella loro missione con un coraggio e una costanza ammirevoli. E quelli, invece, che noncuranti del pericolo a cui sottopongono se stessi e gli altri eccoli radunarsi per celebrare la fine della quarantena.
Ma questa fine non rappresenta anche la fine del virus, questa è solo una tregua temporanea che molto dipende da noi e dal nostro comportamento. D'accordo: bisogna capire i giovani, la loro voglia di vita e di divertimento che è vita anch'essa. Ma capire, comprendere, non significa giustificare; comprendere, capire non significa farla passare liscia. Non si può tacere di fronte a tanta bestialità, perché l'ammalarsi per via di cotanta stupidità è un qualcosa che sottopone a rischio tutti gli altri.
Come possiamo sperare in un futuro mondo più pulito, più consapevole, più coscienzioso se poi permettiamo che accada tutto quello che sta accadendo?
Il governo attuale o prossimo futuro manterrà la parola di potenziare il corpo medico, la Sanità, gli ospedali, oppure finita la "festa" gabbato lo santo?
Il nostro è un Paese non tanto grande come vastità ma grande come generosità, coraggio, intelligenza. Ha saputo distinguersi nel passato e ora nel presente come invece altri Paesi vicini o più lontani non hanno saputo fare, perché è subentrata la stupidità insita in loro stessi che da sempre ci fa passare ai loro occhi cisposi per un popolo di serie C.
E fa niente se chi lo pensa e purtroppo lo dice è stato corresponsabile dello sterminio pianificato di milioni di esseri umani, o non ha saputo resistere all'invasore se non per un solo pugno di ore. Loro ridacchiano - o ridacchiavano - nonostante a capo del governo - o forse proprio per questo - si trova una sorta di clown struccato malamente o un ex alunno ancora sottomesso alla propria vecchia insegnante. Va bene, meglio terminare lo sfogo; uno sfogo cutaneo che a differenza del morbillo si può grattare sperando che questa rogna sparisca e mai più ritorni.

Antonio Mecca  

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