Quando la musica crea emozione

Con la scomparsa ieri 17 febbraio di Fausto Cigliano all'età di 85 anni da poco compiuti (era nato a Napoli il 15 febbraio 1937) scompare anche uno degli ultimi interpreti della gloriosa canzone napoletana di un tempo, nel quale la canzone napoletana era anche la canzone italiana per eccellenza, conosciuta in tutto il mondo, una canzone pre - Pino Daniele, il quale sarebbe apparso sulla scena musicale nazionale nel 1977, una ventina di anni dopo l'esordio di Fausto Cigliano. Figlio di un vigile urbano, sarà stato forse da lui che avrà imparato a percorrere la strada giusta che lo avrebbe condotto fino all'ambito traguardo del successo. Dotato di bell'aspetto e simpatia, il giovane cantautore napoletano compose anche diverse canzoni poi da lui proposte in vari dischi: 78, 33, 45 giri. Di quel centinaio di canzoni ne rimangono vive diverse più che apprezzabili, e comunque tutte eseguite con quel garbo, quella pulizia, quel rispetto per il pubblico che oggi non sempre si riscontra. Nel 1959, dopo avere recitato in sei film a partire dal 1956,quali "Cerasella" al fianco di Claudia Mori e Mario Girotti non ancora Terence Hill e "Guardia, ladro e cameriera" al fianco di Nino Manfredi, partecipò al Festival di Napoli con la canzone: "S'arrà chi sa?", cantata in coppia con Teddy Reno non ancora fresco (si fa per dire) sposo di Rita Pavone, la futura cantante yè-yè. Approderà poi a Sanremo tre volte: 1959, 1961 e 1964 (cantando in quest'ultima edizione la splendida "E se domani", di Calise e Rossi, che però passerà inosservata fino alla riproposizione da parte di Mina). Nel 1974 arrivò in semifinale alla Canzonissima condotta da Raffaella Carrà. Cigliano era anche un bravissimo chitarrista, non per niente nel 1967 condurrà in Rai il programma "Chitarra Club". Il suo stile canoro è di quelli che pur eseguendo la tradizione napoletana non si riallaccia a un sentimentalismo eccessivo alla Sergio Bruni che sembra fare languire le anime in pena sedotti dalla luce della luna sul golfo o dal turchese del cielo che si riflette sulla lastra bluastra del mare, né dalle località di Marechiaro e di Posillipo. No: la sua voce calma, tranquilla anche quando declama canzoni belle e romantiche quali la famosa "Na voce 'na chitarra e o poco 'e luna" scritta da Ugo Calise e Carlo Alberto Rossi non inducono alla lacrimazione ma all'ascolto di queste tantissime canzoni: un centinaio almeno che il bravo e simpatico Fausto Cigliano ha saputo tradurre con voce calma e sicura, con una semplicità esecutiva che ricorda la chitarra maneggiata da Pino Daniele. E così lo strumento a corde e quello a corde vocali si uniscono per far nascere nel cielo della musica una emozione che si ripete ogni volta che li si riascolta.
Antonio Mecca

L'INGLESE CANTANDO

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