Quando la giovane vita di una ragazza si spegne è come se si spegnesse una stella, una stella che illumina il cielo rendendolo meno buio e che ci fa sentire meno soli. 
Giulia era così: una stella che illuminava il suo delizioso e delicato viso di solare simpatia, i suoi occhi luccicanti che sembravano trasmettere l'amore che il suo giovane cuore sentiva. Era piena di speranze e di sogni e di progetti, quella ragazza di 22 anni: le speranze e i sogni e i progetti che quasi tutte le ragazze sane posseggono in quantità considerevole. Ma vedere un faccino, come quello di Giulia, equivaleva a dissetarsi con acqua di sorgente, acqua fresca e pulita come i sogni di una brava ragazza è solita vivere, e che per osmosi fa riprodurre anche a noi, semplici usufruttuari della loro bellezza. Perché noi maschi siamo spesso come colui che ha stroncato la vita di una fata come era Giulia? Perché la fame di possesso, di potere sul corpo e sulla mente femminile devono spingerci fino al baratro della follia omicida? Perché sopprimerla? Un essere umano deve avere la propria libertà, la propria autonomia, il proprio potere di discernimento. Ma l'uomo spesso non è così che la pensa, perché fino a che è lui a lasciare lei, tutto bene; quando invece è il contrario, apriti cielo, E da quel cielo aperto la stella cade sulla terra, frantumandosi in una miriade di schegge. Uno scrittore americano affermava, che una donna appartiene anche a tutti coloro che semplicemente la conoscono, che ne incrociano il cammino. Perché la sua bellezza, la sua dolcezza, la sua intelligenza non sono usufrutto soltanto del suo compagno ma anche di tutti coloro che ne hanno anche solo in parte apprezzato la figura e il carattere. Stroncare l'esistenza di una giovane ragazza, come Giulia era, significa distruggere un universo di sensazioni, di emozioni, di semi che piantati nel campo del futuro serviranno a lei e a chi verrà generato da lei per mettere al mondo nuove creature che verranno accudite con tutta la forza e l'energia caratterizzanti il proprio sesso. 

Antonio Mecca