2015: aderisce anche il Brasile

Il 15 marzo anche il Brasile, uno dei più importanti Paesi in via di sviluppo sulla scena mondiale, ha aderito all’esposizione milanese del 2015.
A dare la notizia è stato Mario Monti, Presidente del Consiglio uscente, che, nel corso di una conferenza stampa, ha letto l’atto di partecipazione scritto da Dilma Rousseff, presidente del Brasile.

L’ex colonia portoghese, 124° Stato aderente all’esposizione universale e uno dei maggiori esportatori di prodotti alimentari, avrà un ruolo da protagonista nei padiglioni dedicati al cacao e al caffè, dove metterà a disposizione la sua secolare esperienza nella coltivazione di questi prodotti.

Con l’adesione del più importante Stato sudamericano, l’Expo ha ricevuto la conferma della partecipazione di quasi tutti i più importanti Paesi del mondo, con l’eccezione degli Stati Uniti, con i quali però sono in corso trattative e che tradizionalmente si iscrivono alle esposizioni universali a circa un anno dall’evento, e della Gran Bretagna.

Proprio per convincere il Regno Unito a partecipare alla manifestazione milanese, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, in virtù del suo ruolo di commissario straordinario di Expo, si è recato a Londra l’11 marzo, dove ha parlato ai rappresentanti della camera di commercio italo-inglese e sopratutto davanti ai giovani della London school of economics, la più importante università al mondo di scienze economiche.

Pisapia, davanti agli studenti, provenienti da tutto il Pianeta, ha tenuto un discorso in cui ha illustrato i vantaggi che l’esposizione universale avrà sulla città di Milano, e li ha invitati a essere ambasciatori dell’evento nel mondo.

Se quindi sul piano internazionale le notizie sono più che positive, con il progressivo avvicinamento alla soglia dei 130 Paesi aderenti fissata dalla società Expo e con il numero dei contratti per l’edificazione dei Padiglioni nazionali degli Stati partecipanti che aumenta quotidianamente, superando anche quelli siglati per l’Expo di Shanghai del 2010, non altrettanto si può dire delle vicende interne.

Con le elezioni regionali tenutesi il mese scorso, infatti, è risultato eletto Presidente Roberto Maroni, che nei primi punti della sua agenda ha messo l’argomento Expo. Il nodo da sciogliere riguarda, tuttavia, il ruolo di commissario generale dell’esposizione, attualmente occupato dall’ex presidente Roberto Formigoni.

In un’intervista al Corriere della Sera, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha auspicato che Roberto Maroni venga nominato commissario dal prossimo Governo, in qualità di nuovo Presidente regionale, facendo intendere che secondo lui queste due cariche sono connesse.

Di diverso avviso Roberto Formigoni, il quale afferma che la sua carica a commissario generale dell’Expo non era connessa al suo ruolo di Presidente della Regione Lombardia, ma era concessa “ad personam”, e che quindi per ora non si dimetterà, ma discuterà del suo ruolo con il nuovo Presidente del Consiglio.

Accanto a queste discussioni esclusivamente politiche, che non giovano certo all’immagine di Expo nel mondo, tuttavia, le iniziative concrete legate alla manifestazione del 2015 stanno prendendo finalmente vita.

L’ultima in ordine di tempo è “Changemakers”, sponsorizzata da Telecom Italia, cioè una serie di 10 progetti che avranno come obiettivo di cambiare la vita a 10 milioni di persone.

Il filo conduttore di questo piano è l’innovazione volta al miglioramento della vita dei cittadini, argomento chiave dell’esposizione milanese.

Le 10 squadre di giovani under 30, i cui progetti sono stati scelti, si occuperanno infatti di argomenti quali la trasformazione degli scarti di agrumi in materiale tessile, di punti di raccolta per il riciclo creativo dei rifiuti e di una piattaforma di apprendimento per bambini autistici.

Progetti e idee come queste sono, quindi, l’immagine di ciò che l’Expo dovrebbe essere, cioè quella di un fertile laboratorio per il confronto e l’innovazione a misura d’uomo, e non un arido terreno di scontro per esponenti politici di ogni colore.

Fabio Figiaconi