Tra cantieri e mostre d’arte qualcosa si muove

Un inno all’ottimismo. Con queste parole si può riassumere la visita di Matteo Renzi sul cantiere dell’Expo, avvenuta il 13 di agosto.

Il Premier, dopo aver incontrato gli operai all’opera sul sito espositivo e aver constatato personalmente lo stato dei lavori, ha dichiarato che: la tempistica dei lavori sarà rispettata. A fargli eco il commissario Expo Giuseppe Sala, il quale conferma che i lavori per le infrastrutture sono completi al 70%. Le opere che sembrano essere più indietro sono le architetture di servizio e i vari padiglioni dei Paesi partecipanti, che stando alle previsioni, saranno completati al massimo entro febbraio 2015, tre mesi prima dell’inaugurazione dell’Expo alla quale pare sarà presente il Presidente della Repubblica, a testimoniare l’importanza cruciale attribuita dal mondo delle Istituzioni a questa rassegna.

Expo non sarà solo cibo, ma anche una vetrina di quanto l’Italia ha di meglio da offrire. Il pensiero perciò corre subito al nostro patrimonio artistico, che sarà protagonista all’interno del Padiglione Italia, con l’esposizione di importanti opere d’arte, come la scultura di Ebe del Canova, il dipinto “l’ortolano” di Arcimboldo e il quadro “la Vucciria” di Guttuso.  Anche fuori dal sito espositivo ci sarà grande spazio per l’arte, con una grande mostra su Leonardo, a Palazzo Reale a partire dal 15 aprile, e una su Giotto, sempre a Palazzo Reale. Anche la Triennale sarà al centro della scena, con una rassegna dal titolo “Arts e Foods”, che mira a ripercorrere come, a partire dal primo Expo di Londra nel 1851, i diversi linguaggi artistici hanno raccontato l’atto del nutrirsi e del mangiare.

Un grande fermento, quindi, al quale non è estranea la discussione sul futuro dell’area espositiva una volta conclusa la manifestazione. Diverse le proposte sul tavolo, a partire da quella di una città dello sport, caldeggiata dal presidente della Lombardia Roberto Maroni, passando per quella di un polo dedicato all’aggregazione di nuove startup per arrivare alla nuova sede Rai. La questione vitale, per la quale Comune di Milano e Regione Lombardia si stanno spendendo moltissimo, è che le aree non restino abbandonate o sottoutilizzate, per evitare che i soldi spesi per attrezzare la zona delle più moderne infrastrutture non siano stati spesi per nulla. Visto il buon numero di soluzioni presentate, però, questa eventualità pare definitivamente esclusa.

Fabio Figiaconi