Ambrogio Fogar. Il Comune dedica un giardino al navigatore, in zona 6

Esploratore, navigatore, ma anche scrittore e autore di reportage televisivi per raccontare i suoi viaggi e le sue avventure intorno al pianeta.

Ambrogio Fogar (Milano 1941-2005). A lui il Comune ha dedicato un giardino in zona 6 tra Corso Cristoforo Colombo e Viale Gabriele D’Annunzio. Celebri le sue lunghe traversate in barca a vela, l’esplorazione del Polo Nord, e i raid nel deserto. Da paracadutista a protagonista nel volo acrobatico diventa un appassionato navigatore. Nel 1972 attraversa l’Atlantico settentrionale da solo per quasi tutto il viaggio senza poter usar il timone, fuori uso per un'avaria. E ancora, con la barca a vela “Surprise” Fogar è stato il primo italiano ad eseguire da solo la circumnavigazione del pianeta, sfidando le correnti oceaniche opposte da Est verso Ovest. Non solo mare, infatti, Fogar organizzò una spedizione al Polo Nord a piedi in compagnia del suo cane Siberian Husky. Rischiò seriamente anche la vita quando, nel 1978, al largo delle isole Falkland, nel Sud dell’Oceano Atlantico, la sua imbarcazione é colpita, forse, da alcune orche e affonda in poco tempo. Dopo 74 giorni di deriva lui e il suo compagno di viaggio, ormai allo stremo, sono individuati e salvati da un mercantile greco. Successivamente, negli anni ottanta intraprende la carriera di conduttore televisivo di programmi d’avventura (Jonathan - dimensione avventura). Nel 1992 è coinvolto in un brutto incidente in Turkmenistan durante il raid Pechino-Parigi. Il suo fuoristrada si ribalta. Per la frattura della seconda vertebra cervicale Fogar rimane quasi paralizzato del tutto. Nonostante l’accaduto Fogar, nel 1997, stimolato dal suo forte spirito d’avventura partecipa al giro d'Italia in barca a vela su una sedia a rotelle e in quel periodo fu anche testimonial per la campagna di raccolta fondi dell'associazione miolesi e per la crociata di Greenpeace contro la caccia alle balene. Io resisto perché spero un giorno di riprendere a camminare, di alzarmi da questo letto con le mie gambe e di guardare il cielo….Questo ripeteva Ambrogio Fogar continuando a lottare per non arrendersi alla malattia.
Manuelita Lupo

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