E se dopo i botti scoppia il botto?

Nonostante ogni anno vengano date informazioni sul pericolo dei fuochi d’artificio e fatte mille raccomandazioni di non raccogliere petardi inesplosi, c’è sempre qualcuno che, ignorando o sottovalutando quanto viene detto, purtroppo, subisce dei danni fisici permanenti oppure che nei casi più sfortunati ci lascia addirittura la pelle.

Quest’anno, in Zona 6, ad un adolescente di 13 anni è esploso tra le mani un petardo, che ha raccolto in via Enrico De Nicola. Sempre per l’esplosione di un petardo, questa volta trovato in via Agostino De Pretis, ad un bambino di 7 anni hanno dovuto amputare le dita di una mano, mentre uno di 10 anni, che giocava con lui, è rimasto ustionato agli arti inferiori.
Quando si verificano tragedie di questo tipo viene da chiedersi se le informazioni date siano state    sufficienti oppure se gli Enti locali abbiano svolto una corretta azione preventiva soprattutto contro i fuochi illegali. A Milano il sindaco Giuliano Pisapia ha deciso di vietare sino alla mezzanotte del primo gennaio petardi, fuochi artificiali, botti, razzi e simili, nonché di impedire, durante il concerto in piazza Duomo, nella notte di San Silvestro, anche la vendita e il lancio di bottiglie. Per far effettuare i controlli ha utilizzato 140 agenti della Polizia municipale: 80, di norma, in servizio all’Annonaria e 60 che fanno parte del Nucleo antidegrado, che viene utilizzato anche per contrastare l’abusivismo commerciale. L’importo sanzionatorio, per il mancato rispetto delle due ordinanze, è stato stabilito con un importo da 25 a 500 euro. Il divieto, come il precedente del 2011, è stato, però, praticamente non rispettato: chi voleva festeggiare l’arrivo del nuovo anno lanciando petardi l’ha fatto come se nulla fosse. L’insuccesso è dovuto all’impossibilità di poter controllare ogni finestra o balcone di ogni via, viale o piazza della città.  Il contrasto alla vendita di fuochi illegali ha, invece, prodotto il sequestro di quasi 30mila petardi e fuochi d’artificio illegali che si trovavano in un magazzino in via Padova. Va detto, però, che le insufficienti forze messe in campo per controllare hanno favorito la vendita nelle ultime ore di fuochi illegali. Secondo, infatti, una stima ben precisa il 90% viene venduto tra il pomeriggio del 30 e il 31 dicembre.
E allora? Allora facendo un bilancio, è un bene controllare che non vengano venduti prodotti illegali con controlli che, però, vanno organizzati meglio; è un male stabilire misure repressive che si sa a priori che non si è in grado di far rispettare. Meglio puntare sulla prevenzione. La prevenzione deve essere capillare. I primi ad essere coinvolti devono essere gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado. I bambini sono quelli che corrono maggiori rischi. E’ risaputo che quanto più piccoli si è tanto più si è incoscienti. Quanto successo nella nostra zona non deve più accadere; quei bambini rimarranno menomati per tutta la loro vita. Questi errori una società civile e progredita non può commetterli. 
Flavio Fera

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