Il “Marchiondi” dell’Expo...

Che c’entra l’Istituto Marchiondi, in quel di Baggio, con il prossimo Expo 2015 e, più precisamente, con gli americani, magari i newyorkesi? Forse poco o anche nulla, ma ...
Proviamo ad andare con ordine.

1954 - A seguito dei bombardamenti che ne distrussero la sede in via Quadronno, l’Opera Pia che gestiva l’Istituto Marchiondi Spagliardi, cui scopo era ospitare «ragazzi difficili», senza famiglia o provenienti da nuclei familiari disagiati, e garantir loro un’educazione, anche scolastica, bandisce un concorso ad inviti per la realizzazione della nuova sede a Baggio. Il progetto di Vittoriano Viganò coniuga un’architettura innovativa (“brutalista”, accolta tra i capolavori del Novecento) con una concezione educativa nuova, che l’architetto sintetizza nella mancanza di muri per tenervi chiusi i giovani ospiti (“I ragazzi non scappano”, titola Bruno Zevi per L’Espresso nel marzo del 1958). L’attività didattica, iniziata nel 1957 termina nel 1984. 
1984 - Cessata l’attività scolastica, tranne una piccola parte utilizzata dal Centro diurno disabili, il Marchiondi è caduto nell’abbandono, divenendo di volta in volta rifugio di rom e senzatetto, fino alla messa in sicurezza di un po’ di anni fa. Nel frattempo, da più parti è stato richiesto che al “colosso” venisse offerta una seconda occasione, ottenendo anche l’imposizione di un vincolo architettonico. E una seconda vita sembrava che il Marchiondi potesse averla con il progetto individuato da Comune di Milano (proprietario dell’immobile), Politecnico e Fondazione Cariplo, che prevedeva la realizzazione di uno studentato per gli iscritti del Politecnico e un centro aperto a tutta la cittadinanza. Il costo iniziale era di 18 milioni di euro, poi salito a 25 e la cosa è sfumata. Da parte sua, il Consiglio di zona 7 ha inserito il recupero del Marchiondi nel piano triennale delle opere.  Ma, della trentennale attività del Marchiondi, istituto di accoglienza per giovani (i “marchiondini”) con scuola annessa, non sono rimaste che aule vuote, vetri rotti ed erbacce cresciute in quello che era stato inaugurato come il prototipo di un nuovo sistema di educazione.
Libro - Sull’Istituto Marchiondi è stata realizzata anche un’interessante pubblicazione dal titolo “L’Istituto Marchiondi Spagliardi di Vittoriano Viganò” (300 pagine curate da Franz Graf e Letizia Tedeschi, a seguito di una ricerca coordinata da Bruno Reichlin e Franz Graf, promossa dall’Accademia di Architettura di Mendrisio-Svizzera, con un’apposita mostra e due giornate di convegno nel 2008). 
Expo - Che c’entra l’Expo in tutto ciò? Il New York Times ha indicato Milano come la città da visitare nel 2015 e si stima che dagli Stati Uniti arriveranno circa 700mila visitatori e, magari, qualcuno sarà stato anche al MoMa-Museum of Modern Art di New York ed avrà anche visto il modello del Marchiondi lì esposto. Quale miglior occasione, quindi, dopo aver visitato lo Stadio, il “Cavallo di Leonardo” al Galoppatoio, dato magari un’occhiata alla Chiesa Vecchia di Baggio, quella di vedere il Marchiondi dal vero? Ma, siamo preparati a questa possibilità? Certo, i tempi sono quelli che sono e non si può pensare di ristrutturare il Marchiondi. Ma, renderlo visibile, magari anche con illustrazioni, pannelli ... oltre ai newyorkesi, potrebbe servire anche a noi baggesi. 
Romano Ranaldi
Associazione Giovani e Famiglia-CPM

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