MAFIA, LA LOMBARDIA COME CAMERA DI CONTROLLO
- 31 luglio 2017 Cronaca
DA CHIAMAMILANO
Una strategia silente, quella delle mafie, per infiltrarsi al nord e nei settori economici più redditizi: una penetrazione che, secondo la “Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla D.I.A (Direzione investigativa antimafia, ndr).” nel secondo semestre del 2016 (il testo è pubblicato sul sito internet del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati), prosegue in modo "dinamico", in particolare per la 'Ndrangheta, che in Lombardia ha istituito una vera e propria 'cabina di regia', ma anche da parte di Cosa Nostra, mentre più sfumata e 'sottotraccia' appare la presenza della Camorra, secondo la fotografia che emerge per la parte della relazione che riguarda la Lombardia. Secondo la Direzione investigativa antimafia, si legge, 'Cosa nostra' attua una "strategia di sommersione che produce l’effetto di sopire gli allarmismi sociali nell’intento, altresì, di allontanare i riflettori delle Forze di polizia deputate al contrasto. Tali condotte rendono agevole l’infiltrazione del tessuto sociale ed economico lombardo, ancora particolarmente dinamico e redditizio, nonostante le congiunture economiche negative nazionali ed internazionali".
Secondo la relazione, "nell’ambito delle attività illecite tradizionali, il mercato degli stupefacenti si manifesta per l’attivismo di una pluralità di figure criminali tra cui narcotrafficanti e spacciatori di varie etnie e nazionalità", ma, dalle risultanze info-investigative del semestre emerge anche come "Cosa nostra operi in un sistema integrato con ‘ndrangheta e camorra", come emerso dall'indagine della Polizia di Stato, denominata “Ultimo Atto”, che ha evidenziato come, tra il 2010 ed il 2015, "alcuni sodali del clan TRIGILA di Siracusa avessero organizzato una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, i cui fornitori sono stati individuati in soggetti appartenenti della ‘ndrina reggina SERGI, con base nel milanese"."È, invece, del mese di ottobre l’operazione “Bonifica Pasquasia” 2 dell’Arma dei Carabinieri che si è concentrata sulle irregolarità emerse nell’appalto per la bonifica del sito minerario dismesso di Pasquasia (EN), disvelando, altresì, l’ingerenza di cosa nostra ennese e catanese nelle procedure finalizzate all’assunzione di lavoratori e nell’assegnazione di lavori a ditte di riferimento. L’inchiesta, oltre alla Provincia di Enna, ha interessato anche altre aree della Sicilia e la Lombardia, dove è stato arrestato, tra gli altri, un imprenditore originario di Reggio Calabria residente nel bergamasco". Per quanto riguarda la 'Ndrangheta, la Dia evidenzia la "significativa dinamicità" della criminalità di origine calabrese "interessata non solo a proiettarsi nel ricco e prosperoso settentrione, ma capace di perseguire, anche fuori dai confini nazionali, obiettivi imprenditoriali di ampio respiro, cooptando qualificati professionisti in quella che può definirsi una gestione manageriale del malaffare". La ‘ndrangheta, nel contempo, "ha mantenuto inalterata la capacità di interferire nelle pubbliche Amministrazioni, specie in ambito locale. Se da una parte si è, infatti, assistito al condizionamento dei procedimenti amministrativi per acquisire illecitamente pubbliche commesse, dall’altra si è dirottato il consenso elettorale in favore di alcuni candidati che, qualora eletti, sono poi costretti ad assicurare la realizzazione di specifici interessi criminali. Si è continuato a registrare, peraltro, il ricorso, qualora indispensabile, alla violenza, come dimostrano le intimidazioni rivolte ai sindaci ed a soggetti istituzionali, nonché i danneggiamenti di beni pubblici. In proposito, i “comportamenti” ‘ndranghetisti in atto lasciano presagire il perpetuarsi, anche in futuro, di questa strategia. I settori sui quali si potrebbero continuare a rivolgere le attenzioni dell’imprenditoria mafiosa - secondo la Dia - sono quelli delle costruzioni e del mercato immobiliare, della logistica e del trasporto su gomma, della filiera alimentare e della grande distribuzione, del turismo, della gestione del ciclo dei rifiuti nonché, di particolare attualità, quello delle scommesse e dei giochi on line". In sintesi, per quanto riguarda la 'Ndrangheta, evidenzia la Dia, "si assiste oggi ad una evoluzione delle tradizionali attività criminali in direzione di una imprenditoria mafiosa moderna, caratterizzata da modalità operative agili e funzionali a penetrare la realtà socio-economica, anche attraverso sistemi corruttivi e collusivi. Evoluzione intesa anche come immediata capacità di adattamento al contesto socio economico di riferimento, sia attraverso la diversificazione e stratificazione delle attività, che mediante nuove modalità di relazione col territorio, ispirate al basso profilo ed alla ricerca di complicità e connivenze, da conseguire senza alcuna violenza, di per sé foriera di sgradite attenzioni giudiziarie. In alcune aree, soprattutto del nord Italia, ciò ha comportato che le organizzazioni mafiose accettassero la sedimentazione di altre forme di criminalità organizzata nel territorio d’elezione, con le quali condividere gli affari illeciti. L’organizzazione, sino a ieri monolitica e composta da soggetti accomunati da condivisi disvalori, riti sacrali e regole tradizionali, attraverso una progressiva laicizzazione, si è inserita in altri contesti, ivi compresi quello finanziario, imprenditoriale e societario".
In Lombardia, in particolare, la 'Ndrangheta ha costruito una "struttura di riferimento regionale, appunto denominata “la Lombardia”, intesa come “Camera di controllo”, ossia un organismo di coordinamento e di comunicazione con la “casa madre” reggina, rappresentata dal “Crimine di Polsi” e centrale di comando sovraordinata alle locali presenti in zona. Gli interessi delle cosche sul territorio si sono stratificati nel tempo, rivolgendosi all’edilizia, alla ristorazione e alla gestione di locali notturni, attività, tra le altre, che, unitamente al traffico di stupefacenti, hanno permesso alla ‘ndrangheta di consolidare vieppiù l’azione di infiltrazione ed il processo di radicamento nel tessuto sociale, istituzionale ed economico, spesso attraverso la compiacenza, il sostegno reciproco e, non ultimo, l’assoggettamento di figure istituzionali ed imprenditoriali. A tale strategia operativa di silente occupazione, continua ad affiancarsi, da parte delle ‘ndrine minori, il metodo arcaico e collaudato della consumazione dei reati “tipici”, quali l’usura e e estorsioni". Riguardo infine alla presenza della Camorra, in Lombardia, le evidenze "appaiono in linea con i semestri precedenti: l’apparente marginalità di questa organizzazione è verosimilmente da rapportare ad una evoluzione della propria strategia d’azione, tesa – con modalità più accorte e meno ostentate di quelle attuate nella regione d’origine – all’infiltrazione nell’imprenditoria legale e al reinvestimento di capitali illeciti in svariati settori produttivi, tra i quali si segnalano il facchinaggio, i trasporti, le pulizie e l’esercizio abusivo del credito. Si tratta di modalità d’azione emerse nell’ambito dell’operazione “Risorgimento” della Polizia di Stato, ed i cui sviluppi hanno portato, nel mese di settembre 2016, all’arresto per riciclaggio di una donna, indiziata di essere stata il procuratore delegato ad operare su conti correnti aperti in Svizzera e su cui sarebbero confluiti i proventi dei reati commessi da due esponenti del clan napoletano GUIDA".