UN DIAVOLO PER CAPELLO

La protesta di parrucchieri e barbieri

C'è un'intera categoria di lavoratori che dal discorso del presidente Conte si aspettava di più.
Sono i parrucchieri e i barbieri. Lo riferisce il sito dell'Ansa di oggi, 28 aprile.
Su circa centocinquemila imprese, circa il 15% rischia di non arrivare al 01 giugno, data fissata per la riapertura del settore.
In più di un servizio andato in onda nei telegiornali si era visto come molti di loro si fossero organizzati per garantire la sicurezza dei clienti e del personale. Questo, almeno, per le realtà più grandi.
In alcune città italiane, Padova in testa, sono già iniziate forme di protesta contro la decisione del Governo. Alcuni parrucchieri si sono incatenati davanti ai loro negozi.
Oltre ai timori legati alla perdita di posti di lavoro, infatti, si prevede un forte aumento del lavoro in nero. Specie da parte delle realtà più piccole.
A proposito di questo ritardo, si è espresso anche Lino Fabbian, presidente della Camera italiana dell'acconciatura. A suo parere, potevano ripartire almeno le attività nelle regioni dove la curva dei contagi è molto bassa.
Un barbiere di Milano, che già in condizioni normali lavorava su appuntamento, sostiene che era possibile una ripartenza in sicurezza. Lui per primo si era dotato dei dispositivi di protezione personale e per la clientela e aveva riorganizzato il suo negozio in sicurezza.


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