ACCADDE L'11 GENNAIO



11 gennaio 2002 – Il governo degli Stati Uniti d'America apre un campo di prigionia nella base della Baia di Guantánamo per detenere prigionieri con l'accusa di terrorismo



Il campo di prigionia di Guantánamo è una struttura detentiva statunitense di massima sicurezza interna alla base navale di Guantánamo, sull'isola di Cuba.

Il campo è noto all'opinione pubblica mondiale per via delle sistematiche violazioni delle Convenzioni di Ginevra riguardo ai prigionieri di guerra, quali detenzioni a tempo indefinito senza previo processo e torture, ivi perpetrate prevalentemente su prigionieri ritenuti connessi al terrorismo di matrice islamica. L'area di detenzione era composta da tre campi: il Camp Delta (che include il "Camp Echo"), il Camp Iguana e il "Camp X-Ray" (al quale è ispirato l'omonimo film); quest'ultimo è stato chiuso il 29 aprile 2002. Il giorno 11 gennaio 2002, il governo degli Stati Uniti d'America, allora presieduto da George W. Bush, ha aperto un campo di prigionia all'interno della base, finalizzandolo alla detenzione di prigionieri catturati in Afghanistan e in Pakistan, anche tramite extraordinary rendition, ritenuti collegati ad attività terroristiche, coniando il nuovo status di "combattenti nemici illegali", non contemplato nel lessico del diritto umanitario. Il numero totale di prigionieri che sono stati detenuti nella prigione di Guantánamo ammonta a circa 800. Circa le modalità di funzionamento della parte carceraria della base, si sono levate polemiche riguardo alle condizioni di reclusione e all'effettivo status giuridico-fattuale dei reclusi. Da parte di alcuni osservatori si sostiene infatti che i reclusi non sarebbero classificati dal governo USA come prigionieri di guerra, né come imputati di reati ordinari (il che potrebbe garantire loro processi e garanzie ordinarie), ma sarebbero invece ristretti come detainees (detenuti) senza altro dichiarato titolo: Lord Steyn lo definì un vero e proprio "buco nero legale". Nel dicembre 2008 iniziò a essere affrontato il problema della chiusura della prigione, dopo che il neoeletto presidente Barack Obama ha manifestato tale intenzione. Il 21 gennaio 2009 il presidente statunitense firmò l'ordine di chiusura del carcere (ma non della base militare), che doveva essere smantellato entro l'anno. Ciò non è ancora avvenuto, anche a seguito del voto contrario del Senato degli Stati Uniti, il quale, con 80 voti sfavorevoli e 6 favorevoli, ha respinto il piano di chiusura il quale prevedeva un costo di circa 80 milioni di dollari. Nonostante alcune liberazioni, rimpatri e varie delocalizzazioni presso Stati amici disposti ad accogliere gli ex prigionieri, il regime delle poche centinaia ancora rimaste sull'isola è considerato ancora in contrasto con le obbligazioni internazionali degli Stati. Nel discorso sullo stato dell'Unione per il 2018, il presidente Trump ha annunciato l'abbandono del programma di progressiva chiusura della prigione.



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