AMBIENTE, EPPUR SI MUOVE. GRAZIE ALL’EUROPA

di Folco Portinari*




“Per quella schiuma bianca che copre i nostri fiumi

Per tutti i nostri pesci che vanno a pancia in su

E per la primavera che cede i suoi profumi

Al superdetersivo con i granelli blu”.

È la prima strofa di “Signori presidenti”, una bella canzone del 1976 di Herbert Pagani (cantante, pittore, poeta, scultore, prematuramente scomparso nel 1988 a 44 anni). Un testo troppo in anticipo sui tempi per poter allora essere capito come meritava. 

Nei decenni successivi l’inquinamento è diventato il problema dell’umanità. Ma la reazione di difesa è stata lenta e piena di ostacoli. 

Il 2019 ha fatto registrare due diversi fenomeni: da un lato hanno fatto il giro del mondo immagini di pesci morti per avere ingerito chili e chili di sacchetti di plastica, scambiati per calamari: la preoccupazione è quindi diventata emergenza. 

Dall’altro lato, almeno nella nostra vecchia Europa, si sono fatti due passi fondamentali nella difesa dell’ambiente: la Direttiva europea sulle plastiche monouso del Consiglio del’Unione europea del maggio scorso e la decisione della Banca europea per gli investimenti (BEI, il braccio finanziario della UE) di non finanziare più a partire dal 2022 progetti basati su fonti fossili: petrolio, gas idrocarburi e cosi via.


La Direttiva. Camminare sulle spiagge oggi dà l’idea di quanto abbiamo maltrattato il pianeta. Rifiuti di plastica di ogni genere o pesci morti causa plastiche, appunto. La Direttiva sulle plastiche monouso, basandosi su norme già esistenti, mette fuori uso a partire dal 2021 dieci prodotti: piatti e posate di plastica, cannucce, bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie, imballaggi e cosi via. In più prevede che nel giro di pochi anni cambino i materiali delle bottiglie di plastica: percentuali più alte di plastiche riciclate, ad esempio. Non sono state messe al bando del tutto le plastiche monouso, come alcuni giornali hanno titolato al momento dell’approvazione, ma è un poderoso passo in avanti, che fissa nuovi criteri minimi.


I prestiti della BEI. Altrettanto importante la decisione della BEI di non finanziare più i progetti basati sui tradizionali idrocarburi. Le molte risorse che la Banca dedica ogni anno al sostegno di nuovi investimenti andranno, nel campo energetico, solo ai progetti basati sulle rinnovabili. Dall’idrico all’eolico o al solare. E c’è da aspettarsi che nei prossimi mesi e anni sia le altre grandi istituzioni finanziarie sia le banche tradizionali seguano l’esempio della BEI. 


Eppur si muove, per usare le parole del grande Galileo. Grazie all’Europa, aggiungiamo senza timore di smentita.




*Un attento osservatore dei fatti economici dei nostri tempi si cela dietro il nom de plume del banchiere fiorentino del XIII secolo, padre di Beatrice, musa ispiratrice di Dante Alighieri

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