DA CHIAMA MILANO
- 13 febbraio 2018 Cultura
UNA NUOVA AGENDA SULLE MIGRAZIONI:
LA PROPOSTA DI CASA DELLA CARITA’
Don Colmegna: “Vogliamo consegnare alla politica il senso del perché stiamo operando: non ci occupiamo di migranti per scartare gli altri, ci occupiamo di tutti per produrre sicurezza”
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Un
cartello di organizzazioni cristiane, impegnate da decenni nell’ambito delle
migrazioni, ha voluto presentare un documento, diviso in sette sfide
puntuali, "nato dalle priorità individuate per una convivenza civile e
una giustizia sociale che la mobilità umana pone con urgenza", si legge
in una nota della Casa della Carità. |
L’appuntamento
di oggi, Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta,
tenutosi presso l’Istituto Sturzo a Roma "è stato illuminato dalle parole
Papa Francesco il quale, nell’udienza generale di mercoledì 7 febbraio ha
invitato tutti, 'cittadini e istituzioni, a unire le forze per prevenire la
tratta e garantire protezione e assistenza alle vittime'. In questa linea di
impegno ecclesiale e civile va letta la conferenza stampa odierna, durante la
quale i rappresentanti degli enti firmatari sono intervenuti presentando il
documento sottoscritto e l’agenda dei punti sulle migrazioni, base di partenza
sulla quale i diversi schieramenti politici in corsa per il prossimo
appuntamento elettorale sono ora invitati ad esprimersi".
Don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della carità, ha
spiegato: “A spingerci a intraprendere questo percorso comune è l’esperienza di
umanità e profezia della Chiesa, con le sue scelte che nascono dalla fecondità
del Vangelo, che parla sempre di fraternità. Ci siamo sentiti interrogati dalle
nostre esperienze quotidiane di accoglienza, convinti che non possiamo stare
zitti su questo tema. Ma il linguaggio dello scontro non ci appartiene e oggi
vogliamo consegnare alla politica il senso del perché stiamo operando: non ci
occupiamo di migranti per scartare gli altri, ci occupiamo di tutti per
produrre sicurezza, coesione e legami sociali. L’auspicio è che nasca una
narrazione diversa, raccolta in termini culturali e seri".
Antonio Russo, responsabile Welfare Acli, ha affrontato il primo punto
dell’Agenda: “La necessità di una riforma sulla cittadinanza”. “Riteniamo
fondamentale rivolgerci ai candidanti affinché si concentrino sul programma,
provando a guardare agli interessi del futuro del paese e non a quelli di una
parte. Mai una seria politica può essere ridotta a tifoserie e soprattutto se
ciò avviene sulla pelle di quasi 900.000 ragazzi che chiedono di diventare
cittadini attivi della nostra società, persone dalla cittadinanza dimezzata”,
ha affermato Russo. Sulle nuove modalità di ingresso in Italia ha parlato
Daniela Pompei, responsabile immigrazione della Comunità di Sant'Egidio,
affermando che "nuove modalità sono necessarie: oggi non ce ne sono
affatto in Italia. Nell’attuale legislazione italiana si possono emanare visti
di ingresso, ma di fatto, dal 2011, di fatto non ne abbiamo realmente avuti. Il
nostro quadro giuridico italiano deve affrontare la questione: i corridoi
umanitari sperimentati di recente hanno fatto vedere che tutto ciò è
possibile”.
Flavia Cerino, referente Immigrazione del Movimento Focolari, ha affrontato il
punto su regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”. “Ciò
di cui parliamo è la comprovata integrazione come una nuova modalità di
ingresso per chi, durante il processo di riconoscimento, che magari viene
negato dopo anni, ha trovato un lavoro e costruito una rete sociale di
riferimento. La proposta è che venga obbligatoriamente regolarizzato chi si
trova in questa situazione”. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli,
ha parlato del punto relativo all’ampliamento della Rete Sprar, evidenziando
come ciò “vada proprio nell’intenzione di accrescere la coesione sociale pur
dovendosi scontrare con sigle complesse e da significati e realtà non sempre
nuovi. Il sistema negli anni ha cercato di rispondere ad una necessità di
accoglienza integrata. Crediamo che ci debba essere un unico percorso gestito
dal Ministero dell’Interno e da tutti gli attori della società civile”. Don
Giovanni D’Andrea, presidente di Salesiani per il Sociale, e Claudio Gnesotto,
presidente dell’ASCS onlus, "hanno concentrato il loro intervento sulla
valorizzazione e diffusione delle buone pratiche. Il primo ha raccontato, da un
lato, il caso degli Oratori e centri giovanili come agente di inclusione per i
ragazzi, e dall’altro del Servizio civile nazionale, iniziativa che nei fatti
sta contribuendo alla formazione civica e sociale dei giovani. P. Gnesotto ha
invece portato l’esempio di Casa Scalabrini 634 nata dalla felice intuizione di
mettere a disposizione strutture religiose ormai vuote. Il bene del progetto è
il fare rete con il quartiere e la cittadinanza, facendo sì che tutti i servizi
offerti siano aperti anche al territorio". Matteo Truffelli, presidente
Azione Cattolica, ha messo l’accento sull’effettiva partecipazione alla vita
democratica dei migranti. “Emerge la convinzione”, ha affermato Truffelli, “che
il modo in cui affrontiamo il fenomeno ci dice che tipo di società vogliamo
essere: o con lo sguardo all’indietro e paurosa, travolta dalla storia, oppure
come chi guarda la realtà trasformando le problematiche in risorse…siamo convinti
che perciò debba essere concesso l’elettorato passivo e attivo a coloro che
risiede regolarmente in Italia e da tempo, perché o costruiamo insieme questa
società oppure vivremo come separati in casa”.
Le sette proposte ed ambiti di azione, "messi in luce nella 'nuova agenda'
- si spiega - apparentemente ampia, ma intesa dai promotori come un corpus
unico, vanno affrontati non solo per contribuire alla 'protezione della
dignità, dei diritti, e della libertà di tutti i soggetti di mobilità umana', ma
anche per 'costruire una casa comune, inclusiva e sostenibile per tutti', come
si legge nel documento in 20 punti proposto dal Dicastero per il Servizio dello
Sviluppo Umano Integrale in vista del Global Compact, l’accordo sui migranti e
sui rifugiati che verrà adottato dalle Nazioni Unite nel 2018. Il cartello di
organizzazioni, lo ha ribadito ancora un volta, non cerca l’esasperazione, ma
una occasione per tornare a ragionare in termini positivi di una realtà
strutturale e fondamentalmente positiva, risorsa che non può ricadere solo nel
capitolo dell’'Ordine Pubblico' e che interpella l’Italia da ora e per i
prossimi decenni".
Le presentazioni in corso di organizzazione sul territorio nazionale sono due:
la prima a Milano, il 20 febbraio, presso la sede Acli, e la seconda a Catania
il 26 febbraio. Altre si stanno organizzando e saranno debitamente annunciate.
Dall'8 febbraio, è possibile sottoscrivere il documento inviando una e-mail a: agendamigrazioni@gmail.com.