GLI ESORDI DEL VOLO A MILANO E IN LOMBARDIA: DA LEONARDO DA VINCI A PADRE LANA

Si può affermare, scevri da compiaciuti campanilismi, che le basi del volo umano in Italia e nel mondo siano state gettate a Milano.

Nel 1482, lasciata la corte dei Medici per prendere servizio sotto Lodovico il Moro, Leonardo da Vinci intraprende i primi studi sul volo proprio qui da noi. Intorno al 1486, osservando uccelli e pipistrelli, inizia a disegnare alcuni marchingegni ad ali battenti chiamati ornitotteri nei quali il pilota muove braccia e gambe secondo movimenti prestabiliti. In questi anni si dedica inoltre a due invenzioni, mai completate, che vedranno la luce solo secoli dopo: il paracadute (dalla sagoma piramidale) e l’elicottero a forma di vite elicoidale. Leonardo realizza più di 500 disegni basandosi sul volo dei pennuti che culmineranno nel 1505 con il trattato Sul volo degli uccelli. Ma, ahimè, anche il Genio di Leonardo commette un paio di errori: l’idea quasi ossessiva che l’uomo debba per forza imitare i volatili per librarsi in volo e un’energia ben superiore a quella muscolare, necessaria a far alzare le sue macchine. Se ne accorge troppo tardi aggiungendo alla forza del pilota una molla per aumentarne la propulsione ma i suoi schizzi e i suoi progetti diverranno il perno di un mondo a venire.

Trascorso quasi un secolo e mezzo dagli studi di Leonardo, viene alla luce nel 1631 a Brescia, colui che è considerato il padre fondatore della scienza aeronautica: Francesco Lana de ‘Terzi. Sordomuto e di salute cagionevole, questo coraggioso ed eclettico frate appartenente all'ordine dei Gesuiti, non solo viaggia in lungo e in largo per la nostra penisola compiendo studi naturalistici e meteorologici ma, nel 1670 pubblica il Podromo un saggio dove si descrive per la prima volta una Nave volante. Partendo dalle leggi della fisica di Archimede, deduce genialmente che se alcuni materiali galleggiano nell'acqua perché di un peso più leggero del liquido, lo stesso principio si potrebbe applicare all'aria. La suddetta nave, composta da un piccolo scafo munito di vela e attaccato a quattro grandi sfere di rame piene d’aria, avrebbe dovuto muoversi orizzontalmente come una barca.

Anche se questo visionario progetto non fu concretizzabile per le conoscenze del tempo, Padre Lana rimane a tutti gli effetti il vero inventore del pallone aerostatico, anzi, definì con parametri esaurienti e scientificamente scrupolosi il futuro dell’aerostatica già nel 1670.


                                                                                                                                                                                                                                           Riccardo Rossetti


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