I BREVI ARTICOLI DEL GIOVANE WILDER

La rampante Casa Editrice "La Nave di Teseo" ha da poco pubblicato il libro: "Billy Wilder Inviato speciale", una interessante raccolta di articoli in genere brevi che vanno dal 1926 al 1930, dove un giovanissimo Wilder -all'epoca tra i venti e i ventiquattro anni- scrisse per diversi giornali austriaci e tedeschi numerosi articoli che parlano: in genere col tono ironico che avrebbe caratterizzato le sue sceneggiature prima e le sue regie poi della sfavillante carriera di uomo di cinema. Quello che più risalta in questi articoli è non solo la giovanissima età di chi li ha scritti ma anche e soprattutto lo stile adoperato: rapido, sapido, ironico. Wilder iniziò a scrivere nel 1925 come giornalista sportivo, per poi passare l'anno seguente a Berlino come giornalista di cronaca. Nel 1933 dovette spostarsi a Parigi, essendo ebreo e dovendo sfuggire al grande "degiudeoficatore" che proprio in quell'anno aveva preso il potere in Germania dopo avere bevuto qualche birra di troppo nelle birrerie dove usava pontificare e dove la birra gli era salita alla testa e la testa discesa in basso, facendosi così influenzare per le idee elaborate. Ebbene, il destino volle che il 1933 fosse anche l'anno in cui Raymond Chandler iniziò a pubblicare il suo primo racconto poliziesco, ed esattamente dieci anni dopo: 1943, divenne co sceneggiatore proprio di Wilder per il film "Doppia Indennità", tratto dal romanzo di James Cain.

Le molte pagine: 272 di questo libro de "La Nave di Teseo" si fanno leggere abbastanza bene, ma abbastanza non significa bene, vista la gran quantità di errori di stampa riportati. Già in precedenza per il libro autobiografico del grande Mel Brooks si era notata questa insolvenza, che ora non solo si è ripetuta ma è persino peggiorata. Ora, sebbene "Repetita Iuvant", questo detto latino non si può - perché non si deve ripetere - nelle pubblicazioni soprattutto di una Casa Editrice. Questa raccolta di articoli venne pubblicata nell'aprile 2016 dalla Casa Editrice Lindau, quindi esattamente sei anni fa, con traduzione di Silvia Verdiani, ma in questa nuova edizione la traduzione è di Alberto Pezzotta. I nomi tedeschi di persone e strade che si trovano nel testo sono per noi popoli latini un poco ostici. D'altronde Fellini affermava in un suo film: probabilmente "I Clown", che i domatori usavano parlare alle belve durante l'addestramento proprio in tedesco. Wilder dimostra in questi suoi primi e spesso deliziosi articoli una bravura e una ironia ammirevoli, una ironia che lo accomuna al più vecchio perché nato nel 1888 Chandler del quale lui avrebbe potuto essergli figlio essendo nato nel 1906.

Dopo essere approdato a Parigi e avere già iniziato a lavorare nel Cinema, il giovane Billie in seguito Billy deve nuovamente fuggire per l'arrivo dei nazisti, per cui riesce a imbarcarsi su una nave diretta a New York, città dove già si trova suo fratello Willy. Di lì a poco Billy prenderà il treno per Los Angeles e approderà a Hollywood, dove si è stabilita una colonia di cineasti tedeschi. Conoscerà Lubitsch, con il quale collaborerà alla stesura di sceneggiature scritte rigorosamente in tedesco per poi venire tradotte in inglese. Quindi, nel 1942, esordirà nella regia con il primo dei suoi 27 film: "Frutto proibito", e: nel 1945, tornerà in Germania per realizzare un documentario sui campi di concentramento: "Death Mills", in uno dei quali: quello di Auschwitz, Billy aveva perso la madre, la nonna e il patrigno. È un peccato che questo talento non abbia perseverato nell'ambito della letteratura scrivendo perlomeno un romanzo, ma oramai era preso nell'ingranaggio cinematografico e probabilmente è stato meglio così. Perché non si può fare tutto su più fronti, come ben dimostrò Ennio Flaiano nella sua lunga carriera di scrittore per la carta stampata e per il cinema.
Antonio Mecca

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