I DELITTI DELLA VIA MORGUE - Edgar Allan Poe
- 07 gennaio 2020 Cultura

La letteratura universale
a cura di Stelio Ghidotti
INCIPIT
Le
facoltà mentali definite “analitiche” sono di per sé scarsamente
suscettibili di analisi: le valutiamo unicamente per via dei loro
effetti. Sappiamo, tra l’altro, che esse offrono, a chi le possiede in
misura eccezionale, una fonte continua di godimento vivissimo. Così come
l’uomo forte esulta delle proprie doti fisiche e si appassiona a tutti
gli esercizi che chiamino in azione i suoi muscoli, altrettanto
l’analista si inorgoglisce di quell’attività morale che “distingue”. Egli
trae piacere da qualsiasi occupazione, anche la più insignificante, che
possa mettere in gioco le sue qualità: gli piacciono gli enigmi, gli
indovinelli, i geroglifici, mostrando nelle soluzioni di ognuno un grado
di acume che appare sovrannaturale all’uomo di intelligenza comune. E i
risultati, prodotti dallo spirito e dall’essenza stessa del metodo,
hanno in verità tutto l’aspetto dell’intuizione.
La
facoltà di risoluzione è a volte assai rafforzata dallo studio della
matematica, e soprattutto dalla massima branca di questa scienza che è
stata chiamata erroneamente, e solo a causa delle sue operazioni
all’inverso, per antonomasia “analisi”. Tuttavia, calcolare non
significa di per sé analizzare; Un giocatore di scacchi, per esempio,
calcola senza sforzarsi di analizzare; ne consegue che il gioco degli
scacchi, nei suoi effetti sul carattere mentale, è grandemente
sopravvalutato.
Omissis…
- Colgo l’occasione per affermare che le massime facoltà dell’intelletto riflessivo sono più decisamente e più utilmente messe a prova dal modesto gioco della dama, che non da tutta la complicata frivolezza degli scacchi. In quest’ultimo gioco, in cui i pezzi hanno movimenti differenti e bizzarri, con valori vari e variabili, ciò che è soltanto complesso viene scambiato per profondo. L’attenzione entra, sì, fortemente in gioco: se questa vacilla per un attimo, ecco che una svista viene commessa, con conseguente danno e sconfitta; e poiché le mosse possibili non sono soltanto molteplici ma anche involute, le occasioni di sviste sono moltiplicate, e in nove casi su dieci chi vince non è tanto il giocatore più acuto quanto quello che meglio è capace di concentrarsi. Nella dama, al contrario, dove le mosse sono uniche, e subiscono solo pochissime variazioni, le probabilità di commettere inavvertenze sono diminuite, e, dal momento che l’attenzione pura e semplice rimane relativamente inattiva, tutti i vantaggi ottenuti, sia da una parte sia dall’altra, lo sono grazie a un “acumen” superiore.
FINIS
“Lasciali chiacchierare,” mi disse Dupin, che non aveva ritenuto opportuno rispondere. “Lasciali
discorrere: questo serve a tranquillizzare la loro coscienza. Io sono
soddisfatto di averlo sconfitto sul suo stesso terreno. Tuttavia, che
egli non sia riuscito a risolvere questo mistero non è affatto quella
meraviglia che si immagina, poiché, a dire la verità , il nostro caro
prefetto è un po’ troppo astuto per essere profondo. Come le figurazioni
della dea Laverna, è tutto testa e niente corpo, o, se preferisci, mi
ricorda il merluzzo, solo testa e spalle. Ma è un buon diavolo, alla fin
fine. Mi piace soprattutto per una certa definizione magistralmente
ipocrita, grazie alla quale ha raggiunto la sua attuale reputazione di
persona geniale, vale a dire per la sua abilità nel: nier ce qui est, et d’expliquer ce qui n’est pas".