IL ROMANZO DELLE ORE 20

Il RIFUGIO di Albertina Fancetti - Prima Puntata

Il volume uscirà il 30 settembre ordinatelo e vi verrà spedito in ottobre

In una fredda sera di gennaio, Valeria tornava a casa dall'ufficio, incolonnata nel traffico caotico di Milano, alla guida della sua Panda color violetto. Le strade erano pervase da una leggera foschia, che faceva prevedere un nebbione fuori dai quartieri periferici.
Mentre aspettava lo scatto del semaforo si guardava intorno osservando le altre auto che procedevano lentamente al suo fianco: il signore che guidava la berlina alla sua destra teneva una copia del Corriere della Sera appoggiata sul volante, considerando il traffico dell'ora di punta sarebbe senz'altro riuscito a leggerlo tutto prima di arrivare a destinazione. La ragazza alla guida della Smart alla sua sinistra appariva impegnata in una vivace conversazione al cellulare. Erano le immagini di tutte le sere, così tipiche e rassicuranti, facevano parte della sua vita di sempre, lasciandole la piacevole sensazione di far parte di un tutt'uno con le persone che abitavano a Milano, la sua città che adorava. Valeria osservò il suo viso stanco attraverso lo specchietto retrovisore e si ravviò il ciuffo di capelli biondi che le ricadeva sulla fronte, poi lasciò cadere le braccia sul volante in un gesto di sconforto.

- Accidenti come è tardi! E devo ancora passare dal supermercato... Il semaforo scattò e l'interminabile colonna di auto si rimise in marcia tra il luccicare dei fari e il suono di qualche clacson. Trascorse quasi mezz'ora prima che riuscisse a parcheggiare l’auto davanti al centro commerciale che sorgeva vicino alla sua abitazione. Entrò trafelata acchiappando al volo il cestino di plastica giallo. Destreggiandosi fra i vari reparti, acquistò ciò che le serviva e si mise in fila alla cassa con lo sguardo rivolto al grande orologio appeso al muro di fronte, intorno a lei altre persone con lo stesso sguardo implorante come a chiedergli di fermarsi un momento. Un pensiero improvviso attraversò la mente di Valeria:

- Ma questa è l'ultima volta che mi tocca fare la spesa di corsa a quest'ora impossibile! Domani è il mio ultimo giorno si lavoro... dalla prossima settimana potrò fare tutto con calma... - si guardò intorno smarrita, quella considerazione anziché provocarle sollievo le fece provare un senso di vuoto, come se si fosse affacciata su un baratro.Aveva da poco compiuto cinquantacinque anni ed era arrivato il momento di lasciare il grande ente statale dove era stata assunta quarant'anni prima in qualità di segretaria. In tutti quegli anni, trascorsi nello stesso ufficio, si erano susseguite molte persone che avevano fatto parte della sua vita per periodi diversi. Colleghe con cui si era creata da subito una simpatica intesa, altre che le avevano suscitato sentimenti contrastanti, soprattutto negli ultimi tempi quando il metodo di lavoro era tanto cambiato con l'avvento del computer, verso il quale Valeria aveva sviluppato un’avversione istintiva e insormontabile. I corsi di aggiornamento proposti dall'azienda si erano rivelati molto impegnativi e l'avevano molto stressata. Che umiliazione osservare le nuove arrivate, ragazze al primo impiego, destreggiarsi magnificamente con quell'oggetto astruso, dover chiedere il loro aiuto a ogni minima difficoltà, e accettare poi di buon grado il loro sguardo condiscendente.

Quanto le era mancata Luisella, la collega e amica di sempre, andata in pensione due anni prima, l'ufficio non era più stato lo stesso. Loro si erano aiutate fin dai primi giorni della loro assunzione, quando erano due ragazzine piene di sogni. Avevano conosciuto i rispettivi fidanzati alla fine degli anni settanta e si erano sposate a breve distanza. Poi erano nati i bambini: Luisella aveva avuto Federico e Valeria una bimba, Simona. Nessuna delle due aveva potuto lasciare il lavoro poiché il loro stipendio era indispensabile per poter vivere in una metropoli come Milano, ma in ogni caso le due donne non possedevano un’indole casalinga. L'aver vissuto una vita molto simile aveva preservato la loro amicizia da tutte quelle piccole invidie e competizioni che fanno parte anche dei migliori rapporti. Poi Luisella era caduta in una forte depressione, quando il momento di lasciare il lavoro aveva coinciso con la partenza di suo figlio per gli Stati Uniti, dove intendeva trasferirsi per avere maggiori opportunità di lavoro.

Valeria aveva fatto il possibile per restarle vicino. Non riusciva ad accettare che quella donna, che era sempre stata piena di vita, fosse diventata il ritratto dell'apatia. Aveva cercato di coinvolgerla in piacevoli cenette insieme al marito, anche se l'atteggiamento di Luisella rendeva l'atmosfera molto pesante, quando sembrava che non si sarebbe più risolta quella penosa situazione, era arrivata la svolta. Improvvisamente la sua amica sembrava rinata e da allora si era resa irreperibile…

Segue domani stessa ora


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