L'ultimo cliente - 12

Di ritorno alla stazione, dopo avere lasciato l’auto in zona vietata alla sosta ma con il tesserino bene in vista che ne autorizzava la presenza, Scalise si diresse all’interno dell'edificio per andare a visionare i cartelli riportanti gli orari dei treni in partenza. Partì, anche lui col treno delle 18,30. 

Ve ne erano due, diretti a Cernusco e a Como. Alle 19,05 c'era invece il treno diretto a Domodossola che fermava anche a Stresa e in altre località a lui in quel momento non interessato. Pensò che quell’orario, e quelle due località, fossero quelle giuste. L’edicolante probabilmente vedeva il cliente che aveva richiesto le figurine di Tex tra le 18,30 e le 19,00, con tutto il tempo da parte dell’acquirente di fermarsi all’edicola per poi proseguire fino alla stazione. Proseguì anche lui fino alla stazione, e precisamente al binario numero due, dove il treno per Domodossola sarebbe partito da lì a dieci minuti. Vi salì, e  trovato un posto libero sedette, fra un grassone al suo fianco e una bella ragazza di fronte, la quale ogni tanto sollevava lo sguardo dallo schermo dello smartphone per lanciargli un'occhiata curiosa e un lieve sorriso tanto vago quanto grazioso. Il controllore si fermò, chiedendo loro di esibire i biglietti. La ragazza esibì il suo abbonamento, l’uomo grasso un biglietto ordinario. Scalise mostrò invece il proprio tesserino. Non era solito servirsi di questo per evitare di pagare il biglietto, ma non essendoci stato il tempo di farlo, non si sentiva un profittatore. 

- Vorrei farle qualche domanda – disse rivolto al controllore e cavando al contempo di tasca le foto dell’indiziato, chiese: – Conosce quest'uomo? Ha mai avuto modo di vederlo prima?

Gli occhi della ragazza fissavano ora il commissario colmi di quell’ingenua curiosità ed emozione che sono prerogativa di persone molto giovani. Il controllore fissava con attenzione le due fotografie, cercando di ricordare. Il poliziotto cercò da parte sua di venirgli in aiuto.

- Si tratta quasi sicuramente di un pendolare che molto probabilmente scende a Stresa o a Domodossola.

L’uomo, adesso, sembrò ricordare.

- Sì: mi pare di averlo già visto.

- Magari adesso è a bordo di questo treno – disse Scalise. – Faccia il giro delle carrozze, e se lo nota torni per favore qui a riferire.

- D’accordo.

Il controllore proseguì lungo il treno, smettendo di chiedere l'esibizione dei biglietti e interrompendo di scrutare i passeggeri soltanto per compiere il proprio dovere di capotreno alle fermate di Rho-fiera prima, e Busto Arsizio poi. Scendeva sulla banchina, controllava che tutti i passeggeri in discesa o in salita avessero compiuto la loro manovra per poi soffiare nel fischietto e quindi risalire sul convoglio.


Antonio Mecca

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