L'ultimo cliente - 14
- 31 ottobre 2021 Cultura

Dopo avere lasciato la Lombardia con l’ultima stazione Sesto Calende, dalla quale attraversato un ponte di ferro che sovrasta il fiume Ticino si approda in Piemonte. Dalla stazione di Arona, comincia la costa del lago Maggiore. Le dolci e chiare acque, forse non più tanto dolci né soprattutto tanto chiare rispetto a come secoli prima erano, lambivano i paesi sottostanti di Arona, Meina, Lesa, Belgirate, Stresa e Baveno e – dalla sponda opposta – quelli di Verbania, Ghiffa e Cannero. Nel vedere quei posti paradisiaci, il poliziotto quasi dimenticava la vera ragione per la quale si trovava lì, su quel treno. La dolcezza di quei luoghi gli procurava serenità e una leggera malinconia, non perché il lago generasse tristezza, cosa questa a cui lui non aveva mai creduto, bensì perché era come la sensazione di un paradiso nel quale molti vorrebbero finire dopo la conclusione dell'esistenza terrena ma dal quale in fondo rimpiangere poi una vita umana che seppure non priva di tormenti è in grado però di fornire gioie strettamente legate al nostro essere uomini. Le tre isole Borromeo: isola Bella, isola Pescatori, isola Madre si stagliavano all'orizzonte, così nitide nell’aria tersa da poterle quasi toccare.
Scalise si alzò, mentre il treno rallentava la corsa in vista della stazione di Stresa. L’uomo tenuto d’occhio si alzò a sua volta, ripiegò il giornale, tolse dalla rete portabagagli la propria borsa da viaggio che era la stessa presente in fotografia e al suo posto lasciò il giornale. Dopodiché scese dal treno, dirigendosi a piedi lungo una strada in declivio che conduceva al paese sottostante. Lasciò fra lui e l'uomo una certa distanza, stando comunque attento a non perderlo di vista. Al bivio seguente Aldighieri svoltò a sinistra, proseguendo la discesa fino alle prime case del paese. Stresa era famosa nel mondo per la sua bellezza lacustre decantata da grandi scrittori come Hemingway, che nel finale del suo “Addio alle armi” ne parla per bocca del protagonista suo alter ego. E poi Borgese, e naturalmente Piero Chiara. Il palazzo dei congressi svettava allo sguardo con le sue bandiere svettanti a loro volta nel vento della sera e rappresentativi dei vari Paesi del mondo. A destra del palazzo, in una strada chiamata via dei Martiri, aveva l’appartamento un boia, l'assassino: di una donna che definire di strada era forse sbagliato perché la donna in strada non aveva esercitato.
Nel mentre l'uomo estraeva la chiave del portone di accesso della casa dove abitava, una palazzina di tre piani, il poliziotto lo raggiunse.
- Luca Aldighieri? – lo apostrofò.
Questi si voltò, più incuriosito che insospettito. Poi vide quel volto, e quegli occhi, e quello sguardo, tipici di chi lavora nella polizia. E comprese che era arrivato il suo momento. Ma non gli andava di lasciare che le cose andassero in quella maniera senza tentare qualcosa. Naturalmente avrebbe potuto fingere di non sapere perché lui era lì, chiedergli cosa volesse e poi negare con decisione la sua responsabilità riguardo l’omicidio.
Antonio Mecca