L'ultimo cliente - 6

La riproduzione della foto che ritraeva l'uomo con la borsa da viaggio venne fatta circolare in entrambe le versioni, a figura intera e in primo piano, dagli inquirenti e sottoposta in primis agli inquilini del palazzo dove la prostituta era stata assassinata. Ma – visto l’esito negativo ottenuto – anche negli esercizi pubblici delle immediate vicinanze, e cioè: due bar, la farmacia, l'agenzia viaggi, il panificio, la calzoleria, il negozio di barbiere, l'orologiaio, uno di alimentari, la cartoleria e la copisteria dall’angolo della quale Alberto Mocci aveva scattato la fotografia. Nessuno operante negli esercizi sopra citati dichiarò di ricordarsi dell’uomo ritratto. Mano a mano che si andava procedendo nella verifica dei negozi della zona, e ci si andava allontanando sempre più dalla casa teatro del delitto, le speranze di riuscire a identificare il misterioso uomo con la borsa si diradavano sempre più. Avrebbe potuto essere lui l’assassino, oppure soltanto uno dei clienti della prostituta, o l'una o l'altra cosa. Inoltre la presenza della borsa da viaggio stava forse a indicare che appunto di un viaggiatore si trattava, magari di un pendolare uso a viaggiare quotidianamente.

Ad angolo con l'ala ovest della stazione, all'imbocco della via Sammartini, si trovava una di quelle edicole perennemente aperte sia di giorno sia di notte. Siccome vendeva anche riviste per soli adulti, vale a dire giornali e video pornografici, ai lati del chiosco erano stati piazzati degli scaffali contenenti riviste e materiale video, che si richiudevano ad angolo retto come a voler proteggere l’edicolante e soprattutto i suoi disgraziati clienti. Fu lì che Scalise pensò di andare a fare qualche altra domanda, con la foto del misterioso uomo in tasca. L'edicola si trovava a cinquanta metri dal sottopasso del ponte della ferrovia, dove al suo interno una volta era stata presente la mensa dei ferrovieri, ora chiusa da un pezzo perché un'era si era chiusa a sua volta e quel tipo di mensa non era più conveniente mantenerlo in funzione. Il poliziotto entrò nel passaggio coperto ai lati come un paraocchi per cavalli e si diresse allo sportello dell’edicola, da dove il mezzo busto di un uomo che mezzo sembrava pure di statura, a giudicare dalla sua scarsa altezza, si affacciava come un uccello a cucù privo del carillon di accompagnamento. Erano circa le quattro del pomeriggio, quando vi arrivò.


Antonio Mecca

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