L'ultimo cliente - 7
- 24 ottobre 2021 Cultura

- Sì – disse alla fine. – Ogni tanto passava di qui per acquistare il giornale.
- Che tipo di giornale?
- Non di genere pornografico. Spesso, un quotidiano sportivo.
- Ha avuto modo di scambiare qualche parola con lui? Che accento aveva?
- Abbiamo parlato il minimo indispensabile. Quanto all’accento… era inequivocabilmente del Nord.
- Nel Nord ci sono vari accenti: milanese, bergamasco, bresciano, torinese, ecc. Secondo lei, da
dove poteva provenire?
- Mah! Sembrava lombardo. Di dove, non saprei dire.
- Non ricordo nulla di tutto questo. Si interruppe ancora per accettare il pagamento, da parte di un cliente, di una rivista musicale.
- Quando arrivava da lei, da quale direzione proveniva? Dalla stazione o dalla parte opposta?
- Di solito, proveniva da destra – e indicò così dicendo via Ponte Seveso.
- Verso che ora?
- Intorno alle sei o sette di sera.
- Andava di fretta oppure agiva con calma? Dava l'impressione di dover prendere il treno, o invece sembrava muoversi senza fretta?
- Ricordo che non sembrava avesse fretta. Anzi, una volta si è intrattenuto con me più a lungo del solito a proposito delle figurine di Tex. Voleva completare l’albo, ma non gli riusciva di farlo perché alcune figurine erano introvabili nelle bustine che continuava ad acquistare. Allora gli ho consigliato di rivolgersi direttamente alla Casa Editrice, che ci avrebbe pensato lei a fornirgliele.
Il commissario rifletté.
- Più o meno rammenta quando è stata quella volta?
Lui provò a ricordare. Poi rispose: - Forse, un mese fa. Ma non ci giurerei.
Per Scalise poteva e doveva bastare. Senza por tempo in mezzo raggiunse la sua auto, un’auto civetta che non poteva permettersi di civettare con nessuno viste le sue mediocri condizioni estetiche, e montato a bordo si diresse verso la zona dell’ex-fiera e, da lì, in via Buonarroti, dove la Casa Editrice di fumetti risiedeva ormai da molti anni.
Antonio Mecca