LE CONFESSIONI DI UN ITALIANO - Ippolito Nievo
- 07 febbraio 2020 Cultura

La letteratura universale,
a cura di Antonella Di Vincenzo
INCIPIT
Io nacqui veneziano ai 18 ottobre del 1775, giorno dell'evangelista san Luca; e morrò per la grazia di Dio italiano
quando lo vorrà quella Provvidenza che governa misteriosamente il mondo.
Ecco la morale della mia vita. E siccome questa morale non fui io ma i tempi che l'hanno fatta, cosí mi venne in
mente che descrivere ingenuamente quest'azione dei tempi sopra la vita d'un uomo potesse recare qualche utilità a coloro,
che da altri tempi son destinati a sentire le conseguenze meno imperfette di quei primi influssi attuati.
FINIS
O anime, mie sorelle di sangue di fede e d'amore, trapassate o viventi, sento che non è finita ogni mia parentela con
voi!... Sento che i vostri spiriti mi aleggiano carezzevoli d'intorno quasi invitando il mio a ricongiungersi col loro aereo
drappello... O primo ed unico amore della mia vita, o mia Pisana, tu pensi ancora, tu palpiti, tu respiri in me e d'intorno a
me! Io ti veggo quando tramonta il sole, vestita del tuo purpureo manto d'eroina, scomparir fra le fiamme dell'occidente, e
una folgore di luce della tua fronte purificata lascia un lungo solco per l'aria quasi a disegnarmi il cammino. Ti intravvedo
azzurrina e compassionevole al raggio morente della luna; ti parlo come a donna viva e spirante nelle ore meridiane del
giorno. Oh tu sei ancora con me, tu sarai sempre con me; perché la tua morte ebbe affatto la sembianza d'un sublime
ridestarsi a vita piú alta e serena. Sperammo ed amammo insieme; insieme dovremo trovarci là dove si raccolgono gli amori
dell'umanità passata e le speranze della futura. Senza di te che sarei io mai?... Per te per te sola, o divina, il cuore dimentica
ogni suo affanno, e una dolce malinconia suscitata dalla speranza lo occupa soavemente.