MARZO

Racconto poliziesco di Macc Tony

L’uomo disse:

- Ora le farò alcune domande, chiedendole scusa in anticipo se mi potrà capitare di offenderla.

- Ci sono ormai abituata – replicò lei, con tono rassegnato. Notò che uno degli agenti seduto dietro quella che doveva essere una macchina stenografica aveva posato le mani sulla tastiera, come un pianista che sta per accingersi a suonare un pezzo magari per un bel pezzo. Il commissario Cardona era ancora presente nella stanza, mentre l’altro agente l’aveva lasciata di lì a poco prima.

- Il suo nome è…? – attaccò Giannelli.

- Clara Gamber – rispose la donna.

- Sposata con Emanuele Fardelli?

- Sì. – Lei evitava di guardarlo, per guardare  dentro se stessa e rifiutare così il presente, quel presente che non vedeva l’ora si trasformasse in passato. 

- Quanti anni ha, signora Gamber, dove è nata e dove risiede.

- Sono nata a Roma trentotto anni fa e risiedo sulla via Nomentana al numero 75.

- Da quanto era sposata con Emanuele Fardelli?

- Da cinque anni.

- Avete figli?

- No.

- Ci andava d’accordo, con suo marito?

- In genere sì.

Lui si chinò un poco, come per scrutarla meglio. Il gesto ricordò quello di un giardiniere nei confronti di un fiore, un gesto professionale non scevro di interesse né, forse, di amore.

- Posso chiederle cosa intende per “in genere”?

- Intendo dire che ogni matrimonio ha i suoi alti e bassi.

- In taluni sono più i secondi che i primi a prevalere – disse lui. – Nei suoi quali prevalevano?

- I primi. Io andavo d’accordo con Emanuele.

Lo disse con convinzione, più per convincere se stessa che non l’interlocutore.

- Dove si era recato ieri sera?

Clara distolse lo sguardo da lui per posarlo su Cardona, quasi si aspettasse che fosse il commissario a rispondere per lei  perché già lei aveva risposto a lui a quella domanda.

- Non so – disse al magistrato. – Emanuele ed io non ci soffocavamo con la gelosia reciproca.

- Infatti suo marito non è stato soffocato dalla gelosia ma dalla lama di un coltello – specificò 

  Giannelli, - un coltello sferratogli contro con inusitata violenza. Se  di gelosia si tratta, quindi, è

  stata la gelosia di una persona che ha ucciso per odio.

“Mio Dio”, pensò Clara: “ma tutto questo sta capitando proprio a me? E per quale motivo?”

- Tornava spesso a casa tardi? – continuò implacabile il magistrato.

- A volte non ci tornava proprio.

- E dove passava la notte, quelle volte?

Lei non rispose. Lui insistette.

30

- Lei ho fatto una domanda, signora Gamber.

- Da una delle  sue amanti, suppongo – rispose lei attaccando a piangere. – Lui era molto disinibito 

   in materia sessuale.

- Io lo definirei, più che disinibito, poco serio.

Aspettò un attimo affinché lei si riprendesse. Quindi: - Da chi si era recato, ieri notte? – le chiese.

- Non lo so. Già il commissario mi ha posto questa domanda alla quale già ho risposto.

- Non ha però risposto a me – le fece presente lui, sorridendo invitante e aspettando la risposta.

Lei disse: - Non so chi  frequentasse. Davvero.

- Lei dove si trovava la notte scorsa fra le due e le tre? Per notte scorsa intendo quella da poco

  passata. 

- A casa. Dove i suoi uomini mi hanno trovata.

- Il commissario Cardona qui presente si è presentato a casa sua alle quattro. Un’ora prima lei c’era

   già oppure si trovava dalle parti della via Claudia?

- Ero a casa mia, nella mia camera, e stavo dormendo. Domani, vale a dire fra poche ore, ho la mia

  trasmissione alla radio e ci devo arrivare con la mente fresca.

- Non credo che lei ci arriverà con la mente  fresca né arroventata, e questo né oggi né domani.

  Perché è inscritta nel registro degli indagati, signora Gamber.

- Come? Io…?

- Se non è in grado di produrre la prova che lei non si trovava in via Claudia, fino a prova contraria rimarrà sospettata per la morte di suo marito.

- Ma siete pazzi!  Io… io avrei ucciso Emanuele?

- Lei, oppure un suo complice accompagnato da lei sul luogo del delitto. Le ragioni per ucciderlo in

   quel modo ci sarebbero anche state, non trova?

La donna non rispose, perché non sapeva più cosa dire.

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