MAURIZIO DE GIOVANNI RICORDA EVAN HUNTER-ED MCBAIN

La cui nonna nacque a Ruvo del Monte (Potenza)

Sabato, 1 giugno. A Ruvo del Monte, grazioso paese a 40 km da Potenza, si festeggia l'opera letteraria di Evan Hunter-Ed McBain, americano di seconda generazione e scrittore di primissima categoria, il cui nonno materno era nato a Ruvo nel 1878 per poi emigrare a vent'anni a New York denominata la Grande Mela, perché ormai giunto alla frutta pure lui per la povertà che lo avvolgeva e avviliva da quando era nato. Fra i cinque relatori anche il sottoscritto e: soprattutto e specialmente un asso della narrativa poliziesca, lo scrittore Maurizio De Giovanni. Maurizio è nato a Napoli il 31 marzo 1958, e qui ha sempre vissuto a parte una parentesi che lo ha visto trasferirsi in Sicilia come impiegato di banca, professione che svolgerà anche e soprattutto a Napoli per l'omonimo banco. De Giovanni si laurea in Lettere classiche, e a vent'anni è giocatore di pallacanestro nella squadra Posillipo e, in seguito, nella Nazionale azzurra, col grado di capitano. Del resto il suo fisico atletico: statura sul metro e 85, aspetto prestante, ne testimonia la provenienza dal mondo sportivo. Il viso invece - e gli occhi luminosi - ne testimoniano l'intelligenza e la fantasia, la curiosità intellettiva e l'umorismo implicito. Maurizio De Giovanni è stato prescelto come oratore perché ben nota è la sua passione per lo scrittore newyorkese Ed McBain, del quale è curatore di alcune ristampe da lui prefazionate. Lui afferma che prima di mettersi a scrivere un nuovo romanzo è solito rileggersi un libro dello scrittore americano, non per imitarlo né tantomeno per copiarlo, ma per immergersi nell'atmosfera che McBain sapeva così bene evocare. E' il 2005 l'anno in cui Hunter-McBain muore. Ed è sempre il 2005 l'anno in cui Maurizio De Giovanni nasce come scrittore. L'occasione viene data dalla partecipazione al concorso indetto da Porsche Italia presso lo storico e bellissimo Caffè Gambrinus di piazza Plebiscito, dove parteciperanno scrittori alle prime armi ma - almeno per alcuni di loro - di calibro Notevole e di mira precisa. Il racconto scritto da De Giovanni si intitola "I vivi e i morti", è ambientato nella Napoli degli anni '30 e ha per protagonista il commissario Ricciardi, il quale possiede un potere che ben pochi possiedono e che molti forse non vorrebbero neppure: quello di vedere le persone vittime di un assassinio come se ancora fossero vive, e cercassero di mettere sulla pista giusta gli inquirenti preposti al risolvimento del caso. Da questa che sarà la prima apparizione del commissario napoletano, e che frutterà al suo autore il primo premio, verrà partorito il primo di 14 romanzi apparsi dal 2006 al 2018, e che avrà per titolo "Le lacrime del pagliaccio". E il pagliaccio con la sua malinconia è forse il personaggio giusto per muoversi in quel gran circo che Napoli rappresenta, un circo dove le belve si contendono lo spazio vitale con animali aggraziati e tranquilli, e gli acrobati del trapezio si reggono alle corde perché la vita dei cittadini spesso è proprio legata o collegata a un filo. Un filo illogico che Anna Maria Ortese nel suo splendido libro "Il mare non bagna Napoli" sembrava intuire, specialmente nel capitolo "Il silenzio della ragione", dove la grande e visionaria scrittrice napoletana scrive: "Esiste nelle estreme e più lucenti terre del Sud un ministero nascosto per la difesa della natura dalla ragione, un genio materno d'illimitata potenza, alla cui cura gelosa e perpetua viene affidato il sonno in cui dorme quella popolazione. Se solo un attimo quella difesa si allentasse, se le voci dolci e fredde della ragione umana potessero penetrare quella natura, essa ne rimarrebbe fulminata". Il grande Pino Daniele (al quale De Giovanni un po' somiglia nella voce e di molto nel talento) affermava che avendo egli girato il mondo, e avendo visto molte realtà locali, quella di Napoli gli sembrava ancora fra le meno cruente. Dal 2012 Maurizio De Giovanni inizierà una nuova serie che a tutt'oggi conta già nove romanzi, e che vede protagonista l'ispettore Lojacono, stesso cognome del personaggio di Eduardo nella commedia "Questi fantasmi". Ma i fantasmi che Lojacono e i suoi colleghi vedono aggirarsi nella città partenopea contemporanea sono ben più consistenti di semplici ectoplasmi, e dovranno quindi vedersela con loro e con la loro carica di violenza. La serie è denominata "I bastardi di Pizzofalcone", e si ispira all'87° distretto di Ed McBain non solo nei titoli la cui brevità richiama a quella dello scrittore americano: "Gelo", "Buio", "Pane", ma anche nei dialoghi brillanti e nelle descrizioni di cose e personaggi. Per farsi un'idea completa della bravura dello scrittore napoletano è di certo consigliabile leggere il volume "L'ultimo passo di tango", che accoglie tutti i 55 racconti da lui finora scritti. Fra questi racconti c'è anche la trasposizione letteraria di nere vicende realmente accadute, scritti con una sua personale visione dei fatti che non rappresenterà una condivisione per tutti ma - se mai - una divisione di giudizi, come è giusto che sia. Maurizio De Giovanni, da ormai tre lustri ai vertici della narrativa poliziesca nostrana ha dato e darà lustro anche al genere poliziesco, un genere che non è affatto un sottogenere come fino a qualche tempo fa si blaterava ma, semmai, rappresenta un valore aggiunto che tutti noi estimatori del genere approviamo incondizionatamente.  

Antonio Mecca     

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