MILANO SVENDE L’ODEON, L'ULTIMO CINEMA DEL CENTRO
- 19 novembre 2021 Cultura

Scrivo svende riferito alla nostra storia; quanto e chi ci stia lucrando sopra è tutta un'altra questione. Il municipio 1 nelle capaci mani del presidente Fabio Arrigoni, appartenente alla specie endemica più prolifera, gli avvocati, mette già le mani avanti: […] con una certa dose di realismo va detto che la chiusura di una parte degli schermi cittadini è un processo inevitabile. Credo anzi che le sale superstiti del futuro Odeon dovranno a tutti costi essere polifunzionali (Corriere della Sera).
Il cinico opportunismo che trapela da queste parole gela il sangue nelle vene soprattutto perché pronunciate dal presidente del municipio 1 che dovrebbe far di tutto per preservare l'ultimo baluardo dei cinema in centro: una storia iniziata nel lontano 1896. Non solo l'Odeon verrà dimezzato, da 10 a 5 sale, e confinato nei sotterranei ma ci fa da subito intendere che quelle rimanenti espleteranno anche altre funzioni per poi, com'è implicito, sparire anch'esse. L’Odeon diverrà entro il 2024 l'ennesimo centro commerciale di Milano o, come si legge sempre sul Corriere, un hub esperienziale…Non so voi ma quando leggo questi idioti neologismi anglofoni, senza senso e totalmente privi di significato, coniati dal marketing e dalla comunicazione per tentare di impressionarci, ho la necessità di prendere un Imodium. Oltre, naturalmente, a suscitarmi una tipica espressione del gergo meneghino: Ma va a ciapà i ratt!
Ci sto andando giù duro; ne sono consapevole. Ma se tutto tace, le coscienze sono narcotizzate, la memoria storica agonizza e le istituzioni milanesi favoriscono invece che tentare di arginare questa deriva finanziaria che sta omologando e spersonalizzando Milano, non posso fare altro che sorvolare sulla forma.
Negli anni abbiamo assistito inermi allo spopolamento del cuore di Milano; quello che per secoli ha alimentato la vita notturna prima coi suoi teatri e poi con i cinema. Erano questi a rendere caldo e vivo il cardine di questa città: ora Corso Vittorio Emanuele e le vie limitrofe dopo una certa ora fanno paura.
Il Cinema Apollo ha ceduto le armi alla Apple che ha massacrato una delle piazzette più caratteristiche della città; il Cinema Astra ora è uno dei tanti Zara; il vecchio Excelsior si è ridotto a vendere intimo: 2000 mq di mutande!
L'elenco è pressoché infinito. Parecchi anni or sono, ironizzai sulla trasformazione dell'intera Galleria Vittorio Emanuele in un Hotel di lusso con casinò e spa: godetevi una vacanza nel salotto di Milano!
I milanesi sono stati sbattuti fuori dal proprio salotto da un bel pezzo e il centro città assomiglia sempre più a quella tragicomica previsione.
Adesso anche l'Odeon ci saluta con i suoi più di due secoli di vita. Se siete interessati a scoprire quanta storia e quante vicende hanno riguardato questa sala cinematografica vi rimando allo stupendo sito di GiuseppeRausa: http://www.
Un guerriero sfidava il proprio avversario brandendo la spada. Un politico affrontava il proprio opponente con la dialettica. Le persone conquistavano i propri diritti con la partecipazione. Ma il denaro. Il denaro sembra invincibile. Non esistono tradizioni, valori o discernimento in grado di fermarlo. La sete inestinguibile di profitto ci sta spogliando poco alla volta di ogni aspetto della nostra umanità. Inebetiti da bisogni non necessari. Inebriati dal l'illusoria libertà social. Seguaci di un benessere bugiardo che paradossalmente sta spedendo un numero mai visto prima di persone dallo strizzacervelli o, nel peggiore dei casi, dai venditori di fumo del coaching che avviliscono e obbligano la seria psicoterapia a prostituirsi con un linguaggio da spot pubblicitario.
Non esiste fittizia realtà o shopping compulsivo che possa esserci di conforto. Ci stanno riducendo a meri consumatori privandoci dei nostri luoghi di incontro. Ma senza radici siamo destinati a una profonda e perpetua infelicità. E quindi, sogni d'oro a tutti. Sogni d'oro a politici compiacenti e multinazionali indecenti. Sogni d'oro Glorioso Cinema Odeon. Hai ospitato intere generazioni di milanesi, nutrendo la nostra anima e la nostra fantasia. Ci hai regalato giorni lieti quando eri un teatro mentre lo straniero spadroneggiava per le nostre strade. Hai vissuto assieme a quegli adorabili pazzoidi della Scapigliatura e sei stato tra gli ultimi a rinunciare alla tua orchestra in stile Belle Époque. Sei sopravvissuto ai bombardamenti del '43. Hai tollerato la ridicola Milano da bere e la mai oltrepassata Tangentopoli. Ma non ce l'hai fatta contro la finanza. E ora ti ritroverai, senza più anima e identità, a vendere le consuete scemenze che si vedono in ogni anestetizzata e vassalla città dell'occidente. Meritavi di meglio. Meritavi i tuoi concittadini di un tempo. Fieri e consapevoli di chi erano e cosa dovevano difendere. Che salvarono dalla demolizione il Vecchio Cinema Dumont (uno stupendo edificio Liberty) a Porta Venezia, risparmiandogli l'umiliazione di divenire un parcheggio. Nessuno si batterà per te. I tuoi concittadini non esistono più. E io non posso fare altro che spendere queste parole, fatte di inerte e inconcludente rabbia, per tentare di inculcarmi che la Milano che tanto amavo è ormai solo un ricordo.
Riccardo Rossetti