MUSA

Un nuovo museo a Milano

Il 19 ottobre è stato inaugurato in via Giuseppe Ponzio 7, zona di Città Studi negli spazi della ex facoltà di Veterinaria, il nuovo museo denominato MUSA, che a partire dal 2 novembre sarà aperto al pubblico gratuitamente. La sigla un po’ criptica significa Museo delle Scienze Antropologiche mediche e forensi per i Diritti Umani. Per la sua fondazione si è spesa fortemente Cristina Cattaneo, docente di Medicina legale e Antropologia presso il dipartimento di Scienze biologiche e mediche dell’Università Statale e responsabile scientifica del Labanof, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense della medesima Università. Si può dire che tutta la Statale di Milano è stata coinvolta: archeologi, storici, costituzionalisti, medici, veterinari con il supporto della Fondazione Cariplo e della Fondazione Isacchi Samaja e Terre des Hommes. L’obiettivo del museo è dimostrare come le scienze antropologiche, forensi e medicina possono essere utilizzate anche per contrastare la violenza di ogni tipo e tutelare i diritti umani attraverso lo studio del corpo in tutte le sue forme, esaminando il cadavere, lo scheletro e ogni altro reperto vitale, così da ricostruire un passato remoto e recente. È significativo che il Labanof da 25 anni è impegnato nella didattica e ricerca scientifica su temi forensi come l’identificazione, il sopralluogo, la criminalistica e il maltrattamento, arrivando a costituire nel 2017 la cosiddetta CAL, Collezione Antropologica di Labonof, riconosciuta l’anno dopo dalla Regione Lombardia e composta da quasi 10 mila scheletri provenienti dall’Italia e da altre parti del mondo. Forse una parte di questa collezione attirerà maggiormente i visitatori del nuovo museo, che disporranno di  pannelli, diorami, animazioni e video. Una piccola zona è prevista per i non vedenti con audio guida e modelli tattici, un’altra come postazione del computer per consultare, su prenotazione, casi giudiziari nazionali e internazionali, filmati, opinioni, podcast. Per il momento il MUSA interessa una superficie di 400 mq, ma arriverà fino a 2000 metri quadrati, costituendo per la sua apertura la prima puntata per il rilancio del polo della Città Studi dove si stanno liberando gli spazi delle facoltà scientifiche che andranno nella sede del Mid. L’interno del museo è costituito da sei sezioni: 

  • Introduzione per illustrare i passaggi dello stato dei resti umani , la loro datazione, il sesso, le malattie e i segni di violenza.

  • Sezione Storico-archeologica. Funge da deposito di una parte della collezione CAL,  di circa 1500 scheletri dell’area milanese, e vuole illustrare i 2000 anni dell’evoluzione di Milano.

  • Identità. Tratta dell’importante tema del diritto all’identità dei morti, soprattutto di quelli sconosciuti e caduti nei disastri di massa, come i  118 del  disastro di Linate del 2001 e i morti non identificati delle migrazioni.

  • Crime. Affronta i temi di medicina legale e antropologia forense, l’intervento delle forze dell’ordine e degli esperti della scientifica, le indagini di laboratorio. Interessante soffermarsi a osservare il plastico di un’ autopsia.

  • Vivi. Qui si mostra il ruolo di medicina e scienze forensi nei casi di maltrattamento, violenza sessuale e tortura. In una sala buia attraverso una fessura s’intravedono i corpi ammassati dei migranti nel barcone sprofondato nel Mediterraneo il 18 aprile 2015, che causò 1000 vittime.

Nel museo è stato ricostruito il volto di Sant’Ambrogio, tanto caro ai milanesi.   A guidare le visite sono i volontari del Turing Club. Orario di apertura previsto: martedì, mercoledì e giovedì dalle 14 alle 18, venerdì dalle 9 alle 18; sabato dalle 9 alle 13. Domenica e lunedì chiusura.  Non si  potrà negare che la visita al MUSA  sia un’esperienza unica e originale. 

Luciano Marraffa

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