NOTE E DISSONANZE 5

San Giovanni Bono, sconosciuto ai milanesi?

A cura di Luciano Marraffa

Nelle vicinanze dell'ospedale San Paolo spicca un’interessante chiesa moderna con una forma cuspidata e la copertura a vela. È dedicata a San Giovanni Bono, un santo milanese. Vado a vedere la sua biografia, che mi risulta troppo scarna e le cui fonti storiche sono da maneggiare con cautela. Con sicurezza viene attestata la sua presenza al Concilio lateranense del 649, tutte le altre notizie sulla sua vita sono tratte da un componimento poetico tra l’XI e XIII  secolo. Da un versetto non si riesce a capire se la sua nascita è a Camogli o a Recco nella Riviera ligure di levante; si dà per scontato che sia nato a Recco e poi vedremo il perché. Ancora bambino è condotto a Milano dove studiò e divenne sacerdote della Chiesa metropolitana. Per le sue doti molto apprezzate di umanità e di  intelligenza  sarebbe stato acclamato vescovo della città, contribuendo a riportare l'ufficio vescovile da Genova, dove provvisoriamente risiedevano  i vescovi milanesi per le persecuzioni ariane, alla sede propria di Milano. Il carme poetico fa risalire la sua morte al 669 e fa dipendere l’appellativo “Bono” dalla sua umiltà e generosità. 

La tradizione ritiene che San Giovanni sia stato sepolto nella cappella funeraria della chiesa ora scomparsa di San Michele presso il duomo. Il culto di questo santo fu ravvivato dal vescovo Ariberto quasi quattro secoli dopo, quando fu ritrovato il suo corpo creduto scomparso e poi da San Carlo Borromeo il 24 maggio 1582 quando trasferì i suoi resti dall’ormai cadente chiesa di San Michele in un altare del duomo. Nel 195 il cardinal Schuster dispose una nuova ricognizione del suo corpo che misura 190 centimetri di altezza, ricomponendolo in un’urna metallica. Ogni anno nel duomo di Milano si ripete, alla vigilia della domenica delle palme, una cerimonia: una delegazione di cittadini di Recco, guidati dal parroco e dal sindaco, si recano presso l'altare dedicato a san Giovanni Bono per donare fronde di ulivi e rami di palma all’arcivescovo e alla città di Milano onorando così il loro concittadino. 

Per i cultori di storia, arte e religione ricordo che la cappella dedicata al santo nel duomo di Milano è situata nell'abside del  transetto meridionale, dove una volta sorgeva una vecchia porta, che fu chiusa da san Carlo Borromeo, per evitare che un elevato numero di persone passasse tra le porte del transetto meridionale e settentrionale, addirittura anche con piccoli carretti. Il motivo di questo, diciamo,  andazzo? Le persone volevano accorciare il percorso attorno alla grande cattedrale ed evitare anche il retro del duomo da dove si imbattevano nel cimitero della chiesa di Santa Maria Annunciata in Camposanto. Chi è interessato può scoprire ancora oggi dietro l'abside della cattedrale questa antica chiesa inglobata all'interno del palazzo della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. L'altare dedicato a san Giovanni Bono fu completato solo nel Settecento. Potrebbe essere utile riservare attenzione a tutta la  cappella del nostro santo, introdotta da un arco a sesto acuto ornato ai lati da sei bassorilievi raffiguranti scene della vita del santo e dl figure delle Virtù cardinali, scolpiti da artisti diversi. Da ammirare anche il monumentale altare in marmi policromi, la statua del santo raffigurato mentre scaccia l’eresia sotto le sembianze di Lucifero; altri nomi importanti di artisti lombardi sono da scoprire e infine, alzando gli occhi, non si possono perdere le tre vetrate realizzate nel XIX secolo da Giovanni Bertini.

Da un semplice passaggio all'ospedale di San Paolo, incuriosito da un edificio svettante tutto in cemento, ho voluto  studiare un santo personaggio, oscuro per me e forse a gran parte dei milanesi, che però mi ha raccontato una storia e una fede che si rinnova continuamente.  

Luciano Marraffa

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